Commodities
Gli effetti benefici dei breakout primari

Le quotazioni dell'oro hanno raggiunto nel 2025 nuovi massimi storici rinverdendo i fasti di un passato che soltanto le generazioni pià anziane vagamente ricordano. Le opinioni come sempre si dividono fra chi considera il mercato oggettivamente in ipercomprato, e chi trascura gli aspetti tecnici per mettere in evidenza le potenzialità del metallo giallo alla luce del contesto geopolitico.
Eppure proprio l'analisi tecnica lo scorso anno ha suggerito l'opportunità di un intervento strategico sull'oro: allorquanto le quotazioni, depurate dagli effetti della crescita dei prezzi al consumo, hanno avuto ragione del doppio massimo reale del 1980 e del 2011.

Uno sfondamento rialzista in piena regola, che spiega egregiamente il rialzo verticale apprezzato negli otti mesi successivi. Un famoso analista in forze alla Salomon Brothers, era solito ammonire: The bigger the base, the higher in the space. Ovvero, maggiore è stata l'azione preparatoria che ha preceduto il break rialzista, e maggiori saranno le implicazioni bullish dal punto di rottura.
Questo per dire che, al netto di possibili consolidamenti, è difficile credere che il metallo giallo possa esaurire in così breve tempo gli effetti di una paziente opera preparatoria. A meno di un ritorno al di sotto della media a 24 mesi delle quotazioni reali, la tendenza di lunghissimo periodo è fermamente impostata.

La competenza dell'ufficio studi di AGE Italia, eccezionalmente al servizio dei lettori di smartTrading. Continua...