Il principale concorrente del mercato azionario

- 14/11/2023
Si conclude un anno radioso per i listini azionari, con diffusi guadagni che vanno oltre le straordinarie performance delle "Magnifiche Sette". Basti pensare che 16 dei primi 25 mercati al mondo per capitalizzazione vantano un saldo positivo, con i blasonati Stati Uniti che nonostante tutto non rientrano nemmeno nella Top5, occupata da borse europee (Italia, Spagna e Danimarca) ed asiatica (Giappone e Taiwan).
Un anno insomma brillante per i mercati azionari, e deludente per i "rifugi" tradizionali per gli investitori: il reddito fisso, in particolare, procede verso il terzo anno negativo di fila. Meglio l'oro, sebbene inferiore alle aspettative a fronte di una eccezionale turbolenza geopolitica.
Proprio il metallo giallo è visto da molti come alter ego delle azioni; unica opzione concretamente a disposizione degli investitori che proprio non riescono a convivere con le oscillazioni quotidiane dei listini. Peccato soltanto che non fornisca cedole: un peccato mortale, in questo periodo storico.
Negli ultimi dieci anni non c'è stata partita: il confronto fra la performance dell'oro, e quella total return del mercato azionario USA, segnala uno sconsolante -140%. Le azioni hanno surclassato i metalli preziosi dal 2013 al 2023.
Si nota però una dinamica degna di nota: la differenza fra le performance a 10 anni va risalendo rapidamente dal minimo raggiunto poco più di due anni fa. E nel processo, ha superato la media mobile di lunghissimo periodo.
Sembra di vedere una dinamica analoga a quanto occorso nel 2000, e diametralmente opposta rispetto al taglio ribassista del 2012: quando le incertezze della crisi dell'Eurozona erano messe definitivamente da parte, con le borse che si risollevavano dopo il downgrade storico degli Stati Uniti.
Se questo segnale dovesse trovare seguito, a fine decennio ci ricorderemo non poco di questa profezia: gli anni Venti sono stati quelli dell'oro che ha battuto Wall Street.