Emerging Markets
Borse emergenti: le apparenze negative ingannano

Per i mercati azionari emergenti il 2021 è stato un anno da dimenticare. Le quotazioni hanno fatto registrare una performance media del -6.8%. Colpa soprattutto delle azioni cinesi, che nel MSCI EM Index pesano per il 39% del totale (il 49% nel MSCI Emerging Asia), e che quest'anno non hanno brillato, per usare un eufemismo. Anche Brasile, Corea e Hong Kong hanno denunciato delle minusvalenze, mentre di converso Taiwan, India, Russia, Messico e Sudafrica hanno onorato la categoria di appartenenza.
In effetti c'è stata una notevole dispersione di risultati attorno alla media. E questo rende opportuna un'indagine basata sulla ampiezza di mercato.

Mentre l'indice delle borse emergenti cerca il sostegno di una media mobile amica, dopo un declino perdurato per dieci lunghi mesi; la Advance-Decline Line clamorosamente si attesta sui massimi.
La A-D Line è calcolata misurando il numero di borse EM che terminano la seduta in rialzo - prescindendo dall'entità del saldo finale e dalla relativa capitalizzazione - al netto delle borse che chiudono in ribasso. L'indicatore è calcolato fra 25 borse emergenti.
Anche un occhio poco attento noterà facilmente come l'inclinazione della A-D Line è specularmente opposta a quella dell'indice di mercato. A riprova che il declino delle borse EM di quest'anno, è colpa di pochi listini ad elevata capitalizzazione, e che ci sono realtà che nel frattempo stanno approfittando della confusione generale, per mettere a segno interessanti allunghi.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...