Un precedente inquietante per la Bovespa

- 01/10/2014
È stato un mese drammatico, per la borsa brasiliana. Il momento migliore c'è stato a fine agosto, quando il divario fra la sfidante Marina Silva e il presidente in carica Dilma Rousseff si è ridotto ad appena -3 punti percentuale. Da allora il gap si è allargato nuovamente, gettando alle ortiche la speranze di una presidenza riformista. E il mercato azionario ne ha risentito, sperimentato un vistoso ridimensionamento: -11.7%, vale a dire il peggior risultato da giugno 2013, quando però la Bovespa era da tempo in bear market.
Questo rovesciamento di fronte colpisce proprio perché si manifesta al termine di un rimbalzo che ha convinto molti sulle prospettive rosee della borsa brasiliana.
E invece un po' di cautela non guasterebbe, perché abbiamo interrogato il database circa tutti i casi recenti in cui l'indice della borsa di San Paolo ha perso almeno il 10% in un mese, collocandosi però in precedenza al di sopra della media semplice a 6 mesi: un modo come l'altro per richiedere ulteriormente il posizionarsi in un uptrend.
Ebbene, il grafico in alto è sconsolante: l'ultimo precedente, unico negli ultimi dieci anni, risale a giugno 2008: il mese dal quale partì un vistoso sell-off. Certo rispetto ad allora le condizioni sono ben differenti: allora le commodity erano surriscaldate e secondo alcuni in bolla, mentre oggi languono sui minimi.
Ma questa casomai è una aggravante: come si spiega questo rialzo, visto che materie prime e cambio continuano a scivolare?