4 modi per investire in Dollari Usa

- 10/01/2019
Cominciamo oggi un viaggio di quattro puntate all’interno del mondo obbligazionario americano (e dove possibile degli ETF). L’obiettivo è quello di mettere il potenziale investitore di fronte allo scaffale delle offerte disponibili sul mercato per poi scegliere su quali strutture di tasso puntare per ottenere il maggiore beneficio dall’evoluzione della curva dei rendimenti americana. Naturalmente il rischio cambio Dollaro è una variabile sempre presente trasversalmente su ogni tipo di obbligazione.
In questi approfondimenti cercheremo di spiegare, speriamo nel modo più efficace possibile, quali modalità di investimento sono disponibili oggi per l’investitore italiano all’interno dei più comuni circuiti di quotazione delle obbligazioni.
Ci occuperemo di obbligazioni a tasso fisso, variabile, indicizzate all’inflazione e steepener.
In questa prima puntata cominciamo proprio dalle obbligazioni steepener.
Le obbligazioni strutturate di tipo steepener sono etichettate in questa maniera poiché retrocedono una cedola indicizzata al differenziale di rendimento tra tassi di interesse a lunga scadenza e tassi di interesse a breve termine.
Un classico differenziale di tasso utilizzato per questo tipo di obbligazioni è il 10-2 anni solitamente nella versione di tasso swap.
La scommessa dell’investitore che decide di mettere soldi su questo tipo di obbligazione, perché di questo si parla, è quella di catturare la maggior inclinazione possibile della curva dei rendimenti di un paese durante il possesso del bond. Come vedremo nella parte finale di questo approfondimento gli scenari in cui guadagnare sono diversi ed in alcuni casi indipendenti dall’evoluzione della curva dei rendimenti.
Più i rendimenti sulla parte lunga della curva si allontanano da quelli a breve, più si guadagna sul flusso cedolare; spesso però gli emittenti mettono dei cap, ovvero cedole massime oltre le quali non si potrà andare. Questa scelta viene fatta perché le emissioni di questo tipo solitamente hanno un moltiplicatore che amplifica lo spread di rendimento tra i due tratti di curva.
Nel momento in cui la curva si inverte, ovvero i tassi a lunga scadenza rendono meno di quelli a breve, non si riscuotono cedole in quanto lo spread è negativo. Teoricamente questo rappresenta il momento peggiore per possedere questo tipo di obbligazione, ma anche in questo caso esistono altre casistiche in cui l’ambiente di mercato non è ideale per questo bond strutturato.
Nel corso del 2018 ci sono state due emissioni steepener da parte di Banca Mondiale.
I due bond hanno caratteristiche simili con differenze veramente marginali.
L’emissione più recente con codice isin XS1913451776 ha scadenza 11/2028. Una prima cedola del 4.5% con le cedole successive pari a 7.5 volte il differenziale tra swap Usa 10 anni – 2 anni.
La seconda emissione è già quotata da maggio 2018. Il codice isin è XS1813572663 ha scadenza 5/2028. Una prima cedola del 4% con le cedole successive pari a 7 volte il differenziale tra swap Usa 10 anni – 2 anni.
Ovviamente entrambe le emissioni sono in Dollari americani e questo, come vedremo tra poco, non è un particolare di poco conto.
Chi ha acquistato il bond di Banca Mondiale in sottoscrizione a maggio 2018 sta facendo comunque un affare. Cedola al 4% (o rateo corrispondente per chi ha comprato in seguito) e prezzo balzato a 106. Il tutto con una tassazione favorevole sugli interessi del 12,5%. Il movimento di prezzo è tra l’altro arrivato in un contesto di curva dei rendimenti che ha sfiorato, ma non ha ancora toccato, la linea dello zero intesa come differenziale 10-2. Benefici indiretti prodotti dalla forte riduzione dei rendimenti americani sulle scadenze più lunghe.
L’inversione della curva dei rendimenti americana negli ultimi 30 anni si è verificata poche volte ed ha sempre anticipato una recessione. L’ultima volta in cui questo evento si è verificato è datato 2006, mentre in precedenza dobbiamo risalire al 2000, 1998 e 1989 per trovare altri eventi del genere.
Abbiamo preparato un grafico che, nella parte superiore, esprime lo spread 10-2 sui tassi americani (riproducendo anche l’andamento di questo spread moltiplicato per 7 come nel caso del bond di Banca Mondiale).
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