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Aggiornato il Big Mac Index

Come tutti gli anni l’Economist aggiorna le sue valutazioni di parità dei poteri d’acquisto basate sul panino più famoso del mondo, il Big Mac. Il principio della parità dei poteri d’acquisto, pur con tante eccezioni, presume che uno stesso bene commercializzato in tutto il mondo (in questo caso il Big Mac) tendenzialmente a livello globale deve avere un prezzo allineato, in caso contrario la differenza di prezzo è generata dalla sopra/sotto valutazione della divisa locale.
Le svalutazioni in corso nei paesi emergenti a partire da maggio 2013 non hanno fatto altro che aumentare ancora di più la sottovalutazione di certe monete (e quindi aumentare la competitività di quegli stati) con Rupia indiana e Rand sudafricano sottovalutate di oltre il 50%. Sempre rimanendo in tema emergenti appare invece leggermente sopravaluta la moneta brasiliana.

Per quello che riguarda i paesi sviluppati, mentre l’Euro è sopravalutato del 7%,  si conferma la netta sopravalutazione di Nok e Chf, mentre fa un notevole salto all’indietro lo fa lo Yen adesso sottovalutato rispetto al Dollaro di quasi il 40% sempre in termini di Big Mac index.
Una delle critiche principali a questa metodologia è legata al fatto che i paesi emergenti hanno prezzi più bassi a fronte di redditi procapite più bassi di quelli occidentali. A questo critica pone rimedio lo stesso Economist con una statistica parallela che tiene conto di questa discriminante. Le monete brasiliane e colombiane risulterebbero le più sopravalutate (rispettivamente +73% e +55%), a seguire la Lira turca (+28%). L’Euro risulterebbe sopravalutato del 16.5%, lo Yen sottovalutato del 34% come il Rand sottovalutato del 23%.

Il responsabile del settimanale Strategie Valutarie condivide su sT parte delle analisi riservate ai suoi abbonati. Continua...