Eur/Usd: un rialzo ben annunciato

- 26/07/2023
Come è noto a tutti, l'andamento di un rapporto di cambio dipende dall'appetibilità della remunerazione offerta sui due fronti. Dunque dal confronto fra i tassi di interesse corrisposti ai detentori in asset delle rispettive frontiere: tassi a breve termine, ovvero a lungo termine. Nominali, o meglio reali.
Già qui si introducono una serie di variabili, che complicano la ricerca dello strumento interpretativo ottimale. La verità è che dipende da caso a caso: sull'Euro/Dollaro ad esempio di solito risponde bene la differenza fra i rendimenti a 2 anni, al netto delle aspettative di inflazione vigenti sulle due sponde dell'Atlantico. Di solito...
In altri casi si preferisce ricorrere ai rendimenti decennali: talvolta nominali, più spesso reali.
In effetti è abbastanza chiaro come la scelta di uno strumento valutativo fondamentale, è non poco agevole.
Per questo, e tenuto conto dei limiti che gli spread di rendimento offrono, in AGE Italia calcoliamo per Stati Uniti ed Eurozona un indice che contempli le condizioni finanziarie complessive: il Financial Conditions Index (FCI), appunto.
Il FCI sintetizza una serie di informazioni di enorme rilievo:
- policy rate ufficiale
- curva dei rendimenti nominali
- aspettative inflazionistiche
- spread creditizi
- Dollar Index (Euro Index)
- base monetaria
- politica fiscale
Questi parametri sono poi ponderati, ed infine sintetizzati.
Il confronto in figura fra l'Eur/Usd e la differenza fra i FCI di Eurozona e Stati Uniti (linea celeste, scala di sinistra), evidenzia una netta correlazione, con il FCI comparato che tuttora punta risolutamente verso l'alto; dopo aver anticipato il rapporto di cambio alcuni mesi prima del bottom di settembre 2022.
Questo conferma e legittima la vitalità della divisa comune europea, e suggerisce come un'inversione di tendenza non si manifesterà prima di una svolta nel confronto fra le condizioni finanziarie complessive delle due sponde dell'Atlantico.