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Il destino dell'Eur/Usd nelle mani delle banche centrali

Mai come in questi ultimi anni l'andamento del cambio più osservato del pianeta, dipende dall'operato delle due banche centrali "atlantiche". È vero che la Fed ha smesso da ottobre 2014 di stampare dollari, e da ottobre dello scorso anno sta riducendo le dimensioni del suo bilancio; ma ciò non ha avuto alcun effetto sul cambio del dollaro, malgrado dall'altro lato la BCE sia tuttora impegnata nel suo programma di Quantitative Easing: che, in linea teorica, dovrebbe deprimere il valore della moneta comune.
Questo perché le variazioni dei bilanci di Fed e BCE, incidono non in termini assoluti, ma al margine: difatti è appropriato, una volta rapportate le dimensioni complessive dei due bilanci, calcolare il tasso di variazione annuale, da sovrapporsi all'andamento dell'Euro/Dollaro:

È quanto fatto nella figura in alto. Come si può facilmente scorgere, il tasso di variazione annuale del rapporto fra i bilanci di Fed e BCE, punta risolutamente verso l'alto da aprile dello scorso anno. Sotto questa prospettiva sarà difficile assistere ad un netto ripiegamento dell'euro, fino a quando le politiche monetarie ufficiali resteranno immutate.
Vedremo cosa succedere alla dinamica del citato rapporto, quando la Fed aumenterà il ritmo mensile del proprio disimpegno dai tre programmi di Quantitative Easing in essere dal 2008 al 2014.

Il responsabile del settimanale Strategie Valutarie condivide su sT parte delle analisi riservate ai suoi abbonati. Continua...