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Massimo storico per le local currency emergenti

Chi sta ottenendo un grosso beneficio dalle politiche di Trump sono indubbiamente le valute emergenti che nella versione total return di Msci toccano il loro massimo storico.

Dollaro debole che avvantaggia le economie emergenti che possono tagliare i tassi, se necessario, per rinvigorire la crescita economica.

Tralasciando il rublo russo in forte guadagno e la lira turca ancora in calo, tutte le divise emergenti sono in guadagno sul cambio spot contro dollaro da inizio 2025.

Dal 10% dello zloty polacco al 1% della rupia indiana a questi guadagni si devono sommare generosi rendimenti superiori ai già elevati tassi americani, fatta eccezione per lo yuan cinese.

L’indice delle valute emergenti testimonia flussi in ingresso verso il mondo emergente che dovrebbero riverberarsi in una maggiore forza relativa dell’azionario non sviluppato, in perfetta sintonia con la relazione intermarket che vuole il mondo emergente favorito in termini di asset allocation in presenza di dollaro debole.

L’indice Msci delle valute emergenti ricordiamo essere composto per il 30% da renmimbi cinese, seguito dal 10% di dollaro di Taiwan e poi won sudcoreano, rupia indiana e da altre valute tra cui real brasiliano e rand sudafricano.

In questo contesto molto interessante anche il rimbalzo degli ETF che investono in bond governativi emergenti in valuta locale (qui iShares Local Government Bond) in rialzo netto dai minimi di aprile ma ancora incapace di esprimere graficamente, nella componente di solo prezzo, un segnale bullish convincente. L’upgrade potrà arrivare solo quando i livelli di resistenza dinamici saranno superati e confermati dal mercato.

Il responsabile del settimanale Strategie Valutarie condivide su sT parte delle analisi riservate ai suoi abbonati. Continua...