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Quali sorti per le divise EM dopo il FOMC di ieri

Si allunga la lista delle banche centrali che in questo 2019 hanno deciso di tagliare il costo del denaro. È soprattutto l’area asiatica e oceanica quella che tra maggio e giugno ha agito con maggiore prontezza. Come vediamo dalla tabella in basso a maggio hanno tagliato i tassi Nuova Zelanda, Malesia e Filippine, mentre a giugno sono state Australia, Cile, India e Russia a mettere mano alla politica monetaria per renderla più morbida.

In controtendenza la sola Repubblica Ceca che i tassi li ha fatti salire al 2%: unica banca centrale che assieme alla Norvegia si è mossa in direzione opposta in questo 2019.

Tra gli altri paesi sotto osservazione c’è anche il Messico che, dopo l’accordo raggiunto con gli Stati Uniti, sembra allontanare l’idea di un taglio immediato dei tassi. Dovrebbe però essere solo una questione di mesi visto il forte rallentamento economico in atto e soprattutto l’avvio dell’easing monetario da parte della FED che a cascata dovrebbe coinvolgere i paesi vicini come anche il Canada.

Chiaramente il Dollaro americano rimane il baricentro di questo contesto di mercato. Con l’avvio dei tagli nel costo del denaro da parte della FED in teoria dovrebbe essere piuttosto complicato per il Dollar Index trovare la benzina per spingersi oltre i massimi di questo ciclo bullish. Questo a meno che le previsioni del mercato non risultino eccessivamente ambiziose in termini di riduzione del costo del denaro nel 2019.

Il grafico che ci propone Topdown Charts sulle ultime due fasi di ribasso dei tassi sembra parlare in modo abbastanza chiaro.

Ma se il Dollaro dovesse andare giù allora sarebbe lecito scommettere sulle valute emergenti?

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