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Quando le truppe non tengono il passo delle avanguardie

La bruciante ripartenza dello scorso mese di ottobre è ormai un ricordo; sbiadito per Piazza Affari, che di recente è andata a colmare un vuoto (“gap”) lasciato aperto proprio all’inizio di quel rimbalzo, meno remoto per Wall Street, che pur non si è migliorata, dopo quella straordinaria performance.
In effetti lo S&P sta oscillando da tempo, incerto sul da farsi, e noncurante delle prescrizioni stagionali, che indicano in dicembre storicamente uno dei migliori mesi dell’anno. D’altro canto, se prestassimo attenzione a questi studi, a quest’ora Wall Street doveva staccare per il 2015 una performance superiore al 30%, e non un saldo annuale tristemente invariato.

Qualche giorno fa le aspettative e le speranze dei Tori sono state risvegliate da una fiammata, che ha consentito allo S&P di risalire di più del 2%. Puntualmente, quella performance è stata successivamente spazzata via. È da tempo che la borsa americana non riesce più ad inanellare due sedute positive di fila.
Il problema è che quella fiammata è avvenuta, ancora una volta, con il contributo di un ristretto plotoncino di azioni: un tratto distintivo del mercato degli ultimi mesi.
Sedute da +2% di solito fanno registrare una partecipazione corale; al contrario, sul NYSE il 7 dicembre hanno terminato la seduta in rialzo soltanto il 66% delle società quotate, in rappresentanza del 62% degli scambi complessivi di Wall Street.
Per dare un’idea dell’esiguità di questa partecipazione, si consideri che dal 1940 ad oggi si contano 393 sedute da +2 percento e oltre per lo S&P500; e in ben 385 casi l’ampiezza di mercato è stata migliore.

Per capire cosa nasconda questa partecipazione deludente ai rialzi del mercato azionario USA, ho ricercato tutti i casi in cui

1)    in un contesto di fondo rialzista (quotazioni sopra la media mobile a 200 giorni);
2)    a fronte di una seduta da almeno +2% per lo S&P500;
3)    le azioni in rialzo siano meno del 75% delle azioni quotate e
4)    l’Up Volume sia meno del 75% degli scambi complessivi.

Come si può notare, prima della settimana scorsa bisogna risalire al 2007 per ritrovare un setup simile e poi, ancora più indietro, fino al periodo compreso fra la fine del 1998 e gli inizi del 2000.
Ora, due indizi possono essere una coincidenza; ma, con buona pace di Agatha Christie, fa strano notare come gli ultimi due precedenti della anomalia riscontrata includano i massimi storici del 2000 e del 2007.
Curioso, no?

Il responsabile del settimanale Strategie Valutarie condivide su sT parte delle analisi riservate ai suoi abbonati. Continua...