Quando si rivaluterà l'euro?

- 04/05/2020
È una regola che non passa mai di moda: come ogni altra commodity, il valore di una moneta dipende dalla quantità che di quelle moneta circola. Più le banche centrali sono attente ad espandere base monetaria non più di quanto richiesto dalle esigenze dell'economia reale, e più quella moneta manterrà un valore stabile nel tempo. Più le banche cederanno ai richiami della politica, espandendo moneta oltre misura, e più la svalutazione imperverserà.
Il valore esterno della moneta finisce per essere la risultante dell'azione combinata di due banche centrali, di conseguenza. Prendiamo ad esempio l'euro/dollaro: il valore del cambio più osservato del pianeta, finisce per essere il riflesso della maggiore o minore aggressività della Federal Reserve, e della Banca Centrale Europea.
Nella figura l'Eur/Usd è messo a confronto con la variazione a dodici mesi del rapporto fra i bilanci di Fed e BCE (linea azzurra, scala di sinistra). È abbastanza ovvio: se la Fed espande la moneta più di quanto faccia la BCE, la linea punterà verso l'alto: ci saranno più dollari che euro, dunque quest'ultima si apprezzerà rispetto al biglietto verde.
In effetti quando il citato rapporto punta verso l'alto, l'Eur/Usd segue docilmente. Quando è la BCE a rivelarsi più aggressiva, l'euro si svaluta rispetto al dollaro.
Questa relazione è in essere da anni, ma nei mesi più recenti ha conosciuto una battuta d'arresto: temporanea? resta da vedersi. Certo è che allo stato attuale, stando al rapporto fra i bilanci dei due istituti di emissione atlantici, l'euro dovrebbe quotare non meno di 1.30 dollari. Questione di tempo?