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Tapering: cosa accadde nel 2013?

Il 22 maggio 2013 l’allora capo della Federal Reserve, Ben Bernanke, davanti al Congresso annunciò l’avvio del tapering. Atto verbale che diede il via alla cosiddetta exit strategy da una politica monetaria di stimoli che allora appariva senza precedenti e forse irripetibile.  Il panico si sparse sui mercati obbligazionari con l’aspettativa di minori acquisti di bond da parte della FED che riportò i tassi di interesse a lunga scadenza su livelli meno artificiali di quelli visti fino a quel momento. Ma cosa accadde sui mercati emergenti? La storia si ripeterà nello stesso modo oggi nell’era post pandemia? Domande lecite alle quali è difficile dare delle risposte ma che ci permettono di fare qualche ragionamento.
Tra il 22 maggio e fine giugno 2013 le valute emergenti persero complessivamente il 3%, gli spread dei bond emessi da paesi non sviluppati verso i Treasury salirono di 100 punti base e l’azionario perse il 7%.  Grazie a questo studio del FMI abbiamo la possibilità di verificare che furono tre le ondate di vendita sulle local currency emergenti, non sempre con esiti identici tra le stesse.
Nella prima breve ondata di vendite da maggio a giugno 2013 il sell off fu trasversale con un maggior impatto sui paesi più sbilanciati dal lato delle partite correnti e dell’inflazione. India, Sud Africa, Brasile, Turchia i paesi che furono più esposti alla speculazione.

Dopo un primo sbandamento iniziale il mercato correttamente andò a valutare i fondamentali riequilibrando per alcuni le perdite. Più alta era l’inflazione di ingresso nel mondo del tapering, peggiore risultò la svalutazione.  Più sfumato, ma analogo per impatto negativo, l’effetto generato sulle currency dai deficit delle partite correnti. Ecco spiegato il motivo per cui certe banche centrali (ad esempio Brasile) oggi stanno agendo risolutamente sui tassi di interesse nel tentativo di raffreddare almeno l’inflazione. Nulla di nuovo se non che in quel 2013 e nei mesi successivi le aree economiche con una maggior connessione all’economia cinese recuperarono più velocemente il terreno perduto. In quel caso le mosse di Pechino furono decisive per stimolare alcune economie più di altre.

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