Adesso il Down Volume prevale sull'Up Volume

- 06/04/2016
Lo scorso autunno, sul Rapporto Giornaliero, venne lanciato l'allarme: la borsa era raggiunta da un livello storicamente eccessivo di volumi. La differenza netta fra Up Volume e Down Volume, cumulata, aveva raggiunto estremi che nel passato hanno contrassegnato i massimi di mercato, e in genere l'avvio di processi di consolidamento e di negatività delle quotazioni. Così è stato. Nel frattempo, l'Up-Down Volume si è rapidamente prosciugato, fino a raggiungere la scorsa settimana livelli formalmente negativi.
Cosa ci riserva questa prevalenza, sull'arco di 200 giorni, di Down Volume? lo possiamo intuire dal grafico:
Per ora la negatività è soltanto accennata, quindi poco male; perlomeno da questo punto di vista. Episodi simili sono stati registrati già altre volte nel passato, senza effetti drammatici per il mercato.
Ma nel 2010 l'Up-Down Volume, in termini di media a 200 giorni, sfondò nettamente la linea dello zero, e questo alla lunga anticipò il pesante ribasso dell'anno successivo.
Soprattutto, una prevalenza di Down Volume fu registrata sul finire del 2007, e ciò inaugurò un severo bear market.
Dunque al momento dalla scomposizione dei volumi risuona soltanto un campanello d'allarme. Ma l'ispessimento di questo dato negativo fornirebbe un contributo bearish alla discussione sulla tendenza di lungo periodo della borsa italiana.