Il bull market più facile (e ignorato) della storia

- 18/12/2019
Un anno fa i mercati azionari mondiali erano nel caos. La Federal Reserve aumentava i tassi e ammoniva: «la politica monetaria è sotto pilota automatico», lasciando intendere che ulteriori inasprrimenti del costo del denaro sarebbero sopraggiunti nell'anno successivo. L'economia globale era già in rallentamento, zavorrata dal calo della domanda cinese e dalle schermaglie commerciali fra Pechino e Washington.
Per gli investitori, lo sconforto. Per chi segue l'analisi tecnica, una opportunità irrinunciabile come poche capitano.
Perché, giusto alla vigilia di Natale, la Advance-Decline Line delle borse mondiali fletteva fino ad appoggiarsi delicatamente sul doppio supporto dinamico di lungo periodo. Da lì sarebbe ripartita imperiosamente, replicando analoga performance del MSCI World: di recente su nuovi massimi storici. Ah, e i tre aumenti del Fed Funds rate, nel frattempo sono diventati tre tagli: le banche centrali stabiliscono quando aumentare i tassi di interesse, i mercati impongono quando ridurli.
Il segnale di ingresso di un anno fa sul mercato azionario è stato raro, ma non unico. Dal minimo di ormai quasi undici anni fa, gli investitori hanno goduto di altre opportunità analoghe:
Ad inizio 2016 e nei dodici mesi compresi fra la fine del 2011 e la fine del 2012, allo stesso modo la A-D Line sollecitava il supporto di lungo periodo, fornendo ai ritardatari eccellenti opportunità di ingresso: certo, secondarie, rispetto al segnale primario scattato a maggio 2009; quando, per la prima volta dopo il devastante bear market, la A-D Line tornava in uptrend, confermando il ripristino del bull market.
Sotto questa prospettiva, è evidente che di bull market si parlerà fino a quando questa straordinaria misura dell'ampiezza di mercato, resterà in posizione benigna.