Ampiezza e volume
In borsa le dimensioni contano?

La Advance-Decline line (A-D Line) sui 10 settori dello S&P500 (vedi grafico sotto), rappresenta in un certo senso il nostro marchio di fabbrica: è lo strumento che, assieme ad altri, consentì nella primavera di sei anni fa di segnalare l’esaurimento del bear market e la contestuale inaugurazione di un mercato Toro di cui ovviamente nessuno poteva però prefigurare durata e profondità.
Sta di fatto che l’esperienza rialzista degli ultimi sei anni abbondanti a Wall Street, non ha mai generato un oggettivo segnale di inversione di tendenza, fino ad ora: tutte le fasi di consolidamento, fosse pure quelle correttive, si sono sempre rivelate delle limpide opportunità; e la A-D Line si è rivelata non poco generosa nel fornire opportunità secondarie di ingresso agli investitori ritardatari o sbadati.
Anche di recente, la nostra “misura democratica” dell’ampiezza di mercato si è dolcemente appoggiata sul supporto che ne accompagna l’evoluzione, suggerendo la natura correttiva del consolidamento in essere praticamente dallo scorso mese di dicembre.

Dal punto più alto al punto più basso, quest’anno lo S&P500 non ha concesso più del 4% di “sconto” agli investitori: prendere o lasciare.
Tuttavia un indice è una rappresentazione forzatamente sintetica del mercato, e non sempre consente l’emersione di tendenze nascoste fra le pieghe del listino. Senza dubbio società del Biotech e Internet hanno dato un’enorme mano al listino azionario USA, senza le quali il mercato si collocherebbe su livelli più arretrati. Bisognerebbe calcolare un indice privo di questo leader, ma avrebbe senso? Perché invece non calcolare un indice liberato dalla zavorra rappresentata dal settore energetico e delle risorse di base?
Sta di fatto che, dal punto più alto fatto registrare nell’ultimo anno, le larger cap USA denunciano un passivo medio del 15%, che si fa più consistente per le medie e piccole capitalizzazioni. Altro che consolidamento! In realtà stiamo vivendo una correzione in piena regola, come non si sperimenta dalla fine del 2011, che soltanto la vivacità di poche società ad elevata capitalizzazione nega all’indice generale.
Dunque qual è lo stato di salute della borsa americana? Una risposta – sebbene non definitiva – è offerta da un’altra A-D Line; questa volta calcolata con tutte le 3250 società quotate al NYSE.

La misura dell’ampiezza di mercato considera ogni azione alla stessa stregua, senza tenere conto delle dimensioni e dell’entità del movimento giornaliero – “size doesn’t matter”. Ebbene, l’A-D Line in questione ha appena tagliato verso il basso la media mobile a 200 giorni: è la prima volta che accade, dopo il minimo del 2009.

I precedenti test del supporto hanno sempre favorito la ripartenza del NYSE, questa volta, no. La circostanza è spiacevole, tanto più se si considera che la NYSE A-D Line ha segnato il suo massimo ad aprile, con anticipo rispetto agli indici di mercato.
Ciò conferma la natura frammentata del mercato, appesantito dai soliti noti. Lo scenario di fondo resta favorevole, fino a complessiva prova contraria, ma non si può fare a meno di annotare questo aspetto strutturale sfavorevole che, seppur non confermato dalla nostra A-D Line “preferita”, raccomanda cautela per le prossime settimane.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...