Ampiezza e volume
Le trappole degli estremi di mercato

Abituati a correzioni di pochi giorni e pochi punti percentuali, investitori occasionali e marginali corrono all'assalto del mercato e della prospettiva di facili guadagni: se tutti si contendevano lo S&P500 a 3400 punti, comprarlo a 3000 punti deve essere un affarone, no? dopotutto, cosa c'é di meglio di una strategica collaudata come l'acquisto con il 10% di sconto?

Dal 2009 in poi non c'é mai stato un bear market: tutte le correzioni - mediamente nell'ordine del 15% - sono sempre state seguite da ripartenze e conseguimento di nuovi picchi assoluti. Perché questa volta dovrebbe essere differente?

Partiamo dal confronto più immediato che viene compiuto: quello con il minimo di Natale 2018. Anche allora l'avvitamento delle quotazioni fu pressoché verticale. Sfugge però un particolare: il 30% di società del NYSE sui minimi annuali, raggiunto una settimana fa, è ancora ben poca cosa rispetto al 40% di società sui minimi raggiunto sul finire del 2018.

Anche il minimo di inizio 2016 si concretizzò in analoghe caratteristiche di ampiezza di mercato:

E lo stesso avvenne nel 2011. Sembra un marchio di fabbrica: in questo bull market, per conseguire un minimo definitivo, occorre che almeno il 40% delle società quotate negli Stati Uniti sia scivolato ai minimi degli ultimi dodici mesi...

Ma se allargassimo la visuale, scopriremmo che nel 2008 la musica era alquanto diversa.

All'epoca, il conseguimento di questa mitica asticella consentì - eravamo a luglio - il conseguimento di un minimo solamente provvisorio. Vi fu una reazione, un sussulto; un rimbalzo: prima di una nuova, drammatica flessione verso il basso.

All'epoca più dell'87% delle oltre 3000 società quotate raggiunse un livello infimo. Ed eravamo ancora ad ottobre: cinque lunghi, interminabili mesi di declino sarebbero ulteriormente occorsi, prima della risalita delle quotazioni.

Il messaggio di fondo qual è? è che l'ampiezza di mercato non suggerisce affatto che la corrente correzione abbia raggiunto il suo zenit. Senza considerare che ragioniamo in una logica da correzione fisiologica nell'ambito di un bull market.

E se così non fosse più?

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...