Ampiezza e volume
Per gli investitori italiani un confortante dato di spessore

Il bear market di Piazza Affari di quest'anno ha conosciuto tre momenti culminanti: a marzo, a luglio e ad ottobre, quando sono stati realizzati minimi inclinati verso il basso. In ogni occasione è conseguita una reazione, che però ha mancato l'impresa di spezzare la sequenza di massimi discenenti. Almeno, fino ad ora.
Si scorge nel grafico dell'All Share Italia una formazione cuneiforme, con il picco rivolto verso il basso. Un pattern già visto in passato, soprattutto nelle condizioni di ampiezza di mercato analoghe a quelle recenti.
In occasione del recente minimo, soltanto 10 dei 19 settori della borsa italiana si trovava nei pressi del proprio minimo annuale. Poco più della metà, dunque. Ma meno dei picchi di ampiezza di mercato sperimentati in occasioni dei citati minimi precedenti: a marzo ben 14 settori si collocavano sui minimi, scesi a 11 in occasione del secondo dei due bottom citati.

Un prosciugamento della negatività che farebbe ben sperare, in uno con l'evidenza grafica citata. Trattasi in effetti di un pattern già visto altre volte a Piazza Affari: in occasione dei minimi del 2011-12, del 2016 e del 2018, in effetti, i settori della borsa italiana sui minimi sono andati calando man mano che l'indice generale scendeva a nuovi minimi. Un'ampiezza negativa in ridimensionamento, a fronte di un mercato che disegnava una sequenza ricorrente: con un primo minimo (0) seguito da una iniziale reazione (1), indi da un nuovo "doppio" minimo (2), che precedeva un secondo rimbalzo (3), prima di un minimo definitivo (4). Da quel minimo il mercato azionario italiano è ripartito definitivamente.
La storia si ripeterà anche questa volta?

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...