Quel pattern sui volumi che ispira fiducia

- 26/09/2017
Uno dei capisaldi dell'analisi tecnica moderna, poggia sulla scomposizione dei volumi giornalieri fra Up Volume e Down Volume: rispettivamente, gli scambi associati alle società di un mercato che terminano la seduta in rialzo, ovvero in ribasso. Naturalmente la sommatoria di Up Volume (UV) e Down Volume (DN) fornisce il dato complessivo reso noto dalle borse valori, laddove la loro differenza (UV-DV) fornisce un dato di rilevante importanza: il contibuto netto del turnover alla tendenza del giorno. In termini molto grossolani, se positivo il dato UV-DV costituisce il "carburante" di cui potrà servirsi il mercato per proseguire verso l'alto.
AGE Italia basa parte delle sue previsioni sull'Up Volume, ben più decisivo ai fini diagnostici e previsivi degli scambi complessivi. In particolare è buona norma esaminare l'indice di mercato con l'Up Volume espresso in termini di media delle ultime due settimane, rapportato agli scambi complessivi: quello che noi chiamiamo %Up Volume.
Questo dato assume una valenza prospettica quando raggiunge soglie rilevanti. Evidentemente, quando nell'arco delle ultime due settimane in media l'Up Volume ha costituito più dei due terzi degli scambi complessivi, la prevalenza dei compratori si sarà rivelata schiacciante; al punto da nutrire pochi dubbi circa la loro determinazione. Spesso, spessissimo, questa circostanza produce ulteriori progressi nelle settimane successive.
Sotto questa prospettiva, è incoraggiante quanto sperimentato di recente: nelle due settimane terminate il 21 settembre l'Up Volume di Piazza Affari ha toccato il 68.7% del totale; pochi giorni prima il %Up Volume si era spinto oltre il 66.6%, portando a tre le circostanze simili registrate dal minimo di novembre 2016 in avanti.
Ad evidenza, i due episodi precedenti hanno anticipato diverse settimane di ulteriori rialzi per l'All Share. La storia si ripeterà?