S&P500: gettare il cuore oltre l'ostacolo

- 11/11/2016
È sempre la solita storia: ogni turbolenza di mercato porta con se’ il solito angoscioso dilemma; se sia l’inizio della catastrofe, o un temporale passeggero dopo il quale il sole tornerà radioso a splendere.
Fra meno di quattro mesi il bull market festeggerà l’ottavo compleanno, e se può essere legittimo temere che l’anzianità possa giocare un brutto scherzo, bisogna riconoscere come il tratto distintivo di questo Toro sia stato quello di confondere i più.
C’è un metodo, semplice – si può replicare a casa! – per ponderare le fasi riflessive di mercato, e stabilire con ragionevole certezza se di fisiologica correzione, si tratti; ovvero di qualcosa di patologico e opportunamente evitabile. Lo stesso criterio che peraltro ci ha fatto salire a bordo a maggio 2009, senza mai essere disarcionati.
L’Advance-Decline Line (A-D Line) che calcoliamo, è basata sui dieci settori storici dello S&P500. Semplicemente, ogni giorno si computa in numero di settori in crescita – non importa quali, non importa di quanto – e da esso si sottrae il numero di settori in declino al termine della seduta. Tutto qui: ogni giorno avremo un dato differenziale, che sommato cumulativamente ci darà la nostra misura del livello di partecipazione corale alla tendenza sottostante. Vediamo un esempio concreto.
Il bull market del 2003-2007 risultò molto “ordinato”: le correzioni di certo non mancarono, ma furono tutte ben confinate. Lo stato di salute del listino, misurato dalla A-D Line dello S&P500, consentì all’ampiezza di mercato di mantenersi sempre al di sopra della coppia di medie mobili di sostegno.
Soltanto nel 2008 il deterioramento della struttura di mercato fu tale, da risultare inevitabile l’abbattimento del supporto: era bear market a tutti gli effetti. Eravamo a luglio: due mesi dopo sarebbe fallita Lehman Brothers e Wall Street avrebbe collassato su se’ stessa.
Quell’esperienza, drammatica, allontanò schiere di investitori dal listino, in modo irrimediabile. Peccato, perché l’anno dopo conseguimmo un nuovo segnale di ingresso: la A-D Line dello S&P si spinse nuovamente sopra la coppia di medie mobili, segnalando la nascita di un nuovo bull market. Eravamo ad aprile, sei settimane dopo un minimo di cui quasi tutti si attendevano l’imminente sbriciolamento…
E invece Wall Street ripartì, e non tornò più indietro.
Tutte le correzioni, i bear market minacciati o paventati, sono sempre stati ben contenuti dai supporti, e gli occasionali ripiegamenti della A-D Line hanno sempre rappresentato limpide opportunità di ingresso: ne contiamo chiaramente quattro, fra metà 2010 e, guardacaso, fine 2012, in concomitanza con altre elezioni presidenziali…
Altre opportunità non sono mancate. Come si può notare, la A-D Line ha ripiegato ad agosto 2015 e all’inizio di quest’anno, fornendo come sempre delle immancabili opportunità secondarie di ingresso. Gli investitori non si sono mai lamentati, in tutti questi anni.
Ora, evidentemente, il consolidamento sperimentato da metà agosto ha provocato un raffreddamento di questa misura dell’ampiezza di mercato. La A-D Line è scesa, fino a lambire la parte superiore del supporto dinamico che da anni ne accompagna docilmente la crescita.
Allo stato attuale, dobbiamo classificare questo atteggiamento in termini benevoli: è un’altra correzione, un’altra chance di ingresso, fino a prova contraria.
Naturalmente giungerà il giorno in cui si registrerà la penetrazione del supporto, con conseguenti perdite monetarie. Amen. Nessuna impresa è priva di perdite. L’importante è che il conto economico presenti la parte di destra più polposa. L’importante è aver seguito nel frattempo il business plan.
Che, in questo momento, suggerisce di gettare il cuore oltre l’ostacolo.