Ampiezza e volume
Segnali confortanti dall'ampiezza di mercato

I mesi più caldi di questa interminabile estate hanno fornito indicazioni confortanti per gli investitori. Segnatamente, un aumento della partecipazione al bull market che fra pochi giorni festeggerà il primo compleanno dopo i primi tre quarti negativi del 2022.

Molti parlano degli Stati Uniti, ma sfugge come nel ranking per performance le prime posizioni siano occupati da listini azionari europei ed asiatici: Giappone, Italia, Danimarca, Taiwan, Corea e Spagna precedono la borsa americana, con performance che vanno dal 28.5 al 16%, eclissando il +15.9% messo a segno finora dallo S&P500.

La partecipazione corale dei listini mondiali smonta l'argomentazione di un rialzo concentrato nelle megatech USA, ed al contrario raggiunge un culmine beneaugurante per i prossimi mesi.

Alla fine di luglio, prima del recente consolidamento, tutte le prime venti borse al mondo per capitalizzazione, si collocavano sopra la propria media mobile a 40 settimane (200 giorni). Il dato era nullo (zero) poco meno di un anno fa. Una crescita confortante, in termini di partecipazione: dal reset assoluto alla piena coralità.

Viene spontaneo esaminare il comportamento storico di questo indicatore di ampiezza: dove mai si trovava il MSCI World, nei precedenti episodi di transito da 0 a 20 in termini di borse in bull market nei termini appena definiti?

La casistica ragionevolmente non è sterminata: ma gli episodi avvengono in un ben preciso schema comportamentale.

Dopo il minimo del 2009 l'indicatore di ampiezza passò da valori nulli al 100% ad agosto di quattordici anni fa: il mercato azionario reagì mettendo a segno sontuosi rialzi nei mesi successivi, prima di una prolungata fase di indecisione che sarebbe stata seguita da una seconda gamba di rialzo, prima del "reset" del 2011-12.

Lo stesso avvenne ad inizio 2013: quando l'ampiezza passò da zero a venti. Stesso comportamento: nuovi rialzi, congestione, mini-bear market nel 2015-16, reset e ripartenza.

Idem dicasi dunque ad inizio 2017: segnale di coralità, nuovi rialzi, congestione, e mini-bear market di fine 2018, con conseguente azzeramento della partecipazione al bull market, e successiva ripartenza. Siamo nell'autunno del 2020, con il rialzo che sarebbe terminato soltanto alla fine dell'anno successivo, prima del reset del 2021.

Ed ora, un nuovo segnale di coralità partecipativa. Arduo immaginare che questa volta possa essere diverso.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...