Tutti a Rimini!

- 20/05/2013
Scrivere una colonna di borsa di questi tempi non è facile. A chi ci si rivolge? Alla minoranza di investitori che sono al rialzo da quattro anni, e non ci pensano proprio a vendere in assenza di un concreto segnale di inversione di tendenza? (che poi, la borsa potrebbe anche scendere del 10% e rompere tutti i supporti, prima di indurre una liquidazione comunque ben profittevole) O alla maggior parte degli investitori, alla finestra, passata dall’indifferenza all’apatia, poi all’irritazione e ora alla frustrazione per non aver cavalcato il Toro?
Verrebbe spontaneo lo sforzo di cercare qualche segnalino di affaticamento, di surriscaldamento, che possa preludere alla tanto agognata correzione. Ormai ci si accontenta di poco: ben pochi (ma ci sono ancora) hanno il coraggio di sfidare il Toro sbuffante, di metterlo in discussione: «fino a quando le banche centrali forniranno liquidità a buon mercato, la borsa salirà comunque», è il mantra dominante (ma allora perché non aver comprato quattro anni fa, quando il messaggio è stato recapitato ai destinatari?). Ci si accontenterebbe di una correzione, di un consolidamento, di uno storno: un po’ per illudersi che prezzi più bassi indurrebbero a comprare con maggiore serenità (falso: si riprenderebbe coraggio nell’affiancarsi all’Orso); un po’ per dare una lezione a “quelli lì”, che stanno guadagnando soltanto grazie all’azione scellerata delle maledette banche centrali. E pazienza se nel frattempo il PIL americano è del 65% superiore ai livelli di marzo 2000, e se gli utili aziendali stanno ancora una volta sorprendendo gli analisti, battendone le stime e raggiungendo nuove vette. Insomma, si addossa a Fed e dintorni la responsabilità di aver fatto funzionare le cose. Chissà se l’economia fosse sprofondata in una riedizione della Grande Depressione, con disoccupazione al 30% e produzione industriale in avvitamento. Ma forse sarebbe stato meno doloroso: perché non ci sarebbero stati i soldi per comprare i giornali o per leggere i pixel che ospitano questa riflessione frettolosa…
Il punto è che si può scrivere un articoletto un pizzichino (ma proprio “ino ino”) bearish, giusto per accontentare i più, segnalando che sì, magari un paio di settimane di correzioni ci possono essere (ma poi per farne cosa? Mica per mettersi short… ci mancherebbe, in un bull market…). Oppure si può gestire l’esistente, conquistandosi magari la riconoscenza e la gratitudine di una minoranza; rilevando che – signori, il segnale rialzista di lungo periodo fornito ad aprile 2009 è sempre lì, e tutte le volte che l’indicatore di ampiezza preferito ha ripiegato, è stato per fornire una nuova opportunità di ingresso a sconto; l’ultima volta, a novembre e poi ancora alla fine dell’anno scorso.
Ma mentre mi dibatto sul da farsi, mi accorgo che lo spazio per discutere di analisi tecnica si è esaurito. E allora la chiudo qui, annotando qualche appunto sul grafico, e rimandando i quattro gatti che hanno la bontà di leggermi all’appuntamento annuale dell’IT Forum di Rimini, previsto per giovedì 23. Tutti a Rimini!