Una prova di forza notevole da parte del NYSE

- 17/01/2024
La partecipazione ristretta al rialzo da parte delle azioni americane, è un retaggio del passato. La narrativa che tuttora trova ampia condivisione, è datata e risulta abbastanza stantia. Dall'inizio di novembre la coralità delle azioni americane ha partecipato al rialzo fotografato dall'indice.
Lo si scorge dal confronto fra azioni in rialzo e azioni in ribasso al termine delle singole sedute, e dagli indicatori di ampiezza basati su queste informazioni di base: dalla comune Advance-Decline Line al più complesso McClellan Oscillator, per arrivare a misure più impegnative come il Summation Index.
Questi indicatori soffrono di un bias, per effetto del numero tendenzialmente crescenti di società quotate. Per cui la semplice differenza A-D finisce per fornire letture sistematicamente crescenti. Per ovviare a tale inconveniente, si normalizza il dato rapportandolo alla somma di "A" (azioni in rialzo) e "D" (azioni in ribasso).
Il Summation Index di McClellan si basa sulla citata differenza, di cui si calcolano due medie mobili di differenti ampiezza. Il risultato è cumulato, ottenendo l'oscillatore visualizzato in alto. La misura si presta a comparazione tanto nel tempo quanto con altri listini azionari.
Venendo a noi, però, possiamo apprezzare come di recente il Summation Index della borsa americana, in termini rettificati ("ratio-adjusted"), si sia spinto oltre un'asticella di un certo rilievo. Negli ultimi sei anni, prima d'ora il superamento di questa soglia è sì avvenuto lontano dai minimi, ma prima di ulteriori spinte verso l'alto; pur la circostanza non avendo escluso temporanee fasi di consolidamento: vedasi febbraio-marzo dello scorso anno.
È una spinta, un thrust, che fa ben sperare per il medio periodo, pur non facendo escludere correzioni di mercato.