Ampiezza e volume
Una prova di forza notevole da parte del NYSE

La partecipazione ristretta al rialzo da parte delle azioni americane, è un retaggio del passato. La narrativa che tuttora trova ampia condivisione, è datata e risulta abbastanza stantia. Dall'inizio di novembre la coralità delle azioni americane ha partecipato al rialzo fotografato dall'indice.

Lo si scorge dal confronto fra azioni in rialzo e azioni in ribasso al termine delle singole sedute, e dagli indicatori di ampiezza basati su queste informazioni di base: dalla comune Advance-Decline Line al più complesso McClellan Oscillator, per arrivare a misure più impegnative come il Summation Index.

Questi indicatori soffrono di un bias, per effetto del numero tendenzialmente crescenti di società quotate. Per cui la semplice differenza A-D finisce per fornire letture sistematicamente crescenti. Per ovviare a tale inconveniente, si normalizza il dato rapportandolo alla somma di "A" (azioni in rialzo) e "D" (azioni in ribasso).

Il Summation Index di McClellan si basa sulla citata differenza, di cui si calcolano due medie mobili di differenti ampiezza. Il risultato è cumulato, ottenendo l'oscillatore visualizzato in alto. La misura si presta a comparazione tanto nel tempo quanto con altri listini azionari.

Venendo a noi, però, possiamo apprezzare come di recente il Summation Index della borsa americana, in termini rettificati ("ratio-adjusted"), si sia spinto oltre un'asticella di un certo rilievo. Negli ultimi sei anni, prima d'ora il superamento di questa soglia è sì avvenuto lontano dai minimi, ma prima di ulteriori spinte verso l'alto; pur la circostanza non avendo escluso temporanee fasi di consolidamento: vedasi febbraio-marzo dello scorso anno.

È una spinta, un thrust, che fa ben sperare per il medio periodo, pur non facendo escludere correzioni di mercato.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...