Ampiezza e volume
Wall Street al banco di prova decisivo

Gli investitori americani si concedono oggi una pausa rigeneratrice, dopo un primo semestre oggettivamente orrendo.

Francamente è stato facile prevedere l'involuzione degli ultimi sei mesi, una volta incassati i setup invernali e delineato il percorso più probabile: un minimo si prefigurava alla fine di giugno, idealmente nei pressi dei 3650 punti. Una squadratura prezzo-tempo ottimale, che però adesso richiede un aggiornamento.

Il punto di arrivo del ribasso, non coincide necessariamente con il punto di ripartenza del rialzo. Occorre superare una serie di verifiche essenziali. Così come il disimpegno dall'Equity a novembre scorso, è stato graduale fino al drastico sottopeso conseguito prima della guerra in Ucraina; allo stesso modo il pieno coinvolgimento in azioni richiederà una serie di esami intermedi.

Gli analisti tecnici sono soliti verificare lo stato di salute del mercato mediante esame della sua ampiezza di mercato: ciascuna azione pesa in egual modo, a prescindere dalla capitalizzazione vantata e dall'entità del movimento giornaliero. Uno vale uno, insomma...

La Advance-Decline Line ha sfondato verso l'alto a maggio 2009, fornendo un limpido segnale rialzista di lungo periodo. Infatti tutte le correzioni che il mercato azionario americano ha conosciuto negli anni successivi, qui si sono riflesse puntualmente nella sollecitazione della solita media mobile. Questo, fino ad ora.

Adesso quell'argine dinamico è pesantemente e ripetutamente sollecitato. Il cedimento del supporto genererebbe un concreto rischio di deterioramento strutturale, e renderebbe poco sensata una sovraesposizione in azioni, anche nell'ipotesi di emersione di segnali qualitatitivi di conferma.

Ne parleremo nei prossimi giorni sulle pubblicazioni di AGE Italia.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...