Indicatori
Il buon, caro vecchio RSI

Il popolare indicatore di momentum del compianto Welles Wilder, recentemente scomparso; è chiamato dalla teoria a svolgere una lavoro di identificazione dei potenziali massimi e minimi di mercato, scorgendo condizioni estreme: rispettivamente di "ipercomprato" e "ipervenduto". Spesso si trascura questo aspetto basilare, soffermandosi su interpretazioni che ci allontanano appunto dalla teoria: divergenze, analisi grafiche, e medie applicate all'indicatore.
Eppure basterebbe molto meno, per disporre di un potentissimo strumento di intercettazione di primarie opportunità di ingresso. Peccato che non tutti gli investitori siano sincronizzati verso il lato lungo del mercato.

Prendiamo l'RSI a 14 periodi. Ma non 14 giorni: bensì a 14 settimane.
E prescriviamo la condizione essenziale: il raggiungimento di una condizione estrema, come prova di un eccesso ribassista destinato a rientrare.
Sullo S&P500, settimanale, un RSI inferiore ai 25 punti ha intercettato tutti i minimi che contano degli ultimi vent'anni: uno sconfinamento di questo tipo è stato registrato a luglio 2002, ad ottobre 2008, ed infine a marzo 2020. Nei primi due casi è stato necessario pazientare ancora qualche mese prima del bottom definitivo, mentre nell'episodio più recente la ripartenza è stata immediata e bruciante: con le quotazioni raddoppiate un anno e mezzo dopo.

E non si tratta certamente di un caso: tutti i minimi primari registrati dal 1966 al 1987, coincisero con le prescritte condizioni di ipervenduto su base settimanale.
Tenetelo presente, al prossimo bear market.
Come dicono i designer, less is more...

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...