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Non ci sono più gli Hindenburg Omen di una volta

Il mercato azionario americano si accinge a chiudere anche questo trimestre in modo trionfale. Disattese le previsioni di un'estate turbolenta, ridicolizzate le aspettative maturate in primavera sulla scia del vecchio adagio "Sell in May and go away", che in effetti da anni è puntualmente disatteso dai listini.
E dire che basterebbe affidarsi a strumenti rodati per indulgere sul lato corto del mercato. L'Hindenburg Omen è una combinazione di fattori tecnici che raramente si attivano all'unisono, ma che proprio per questo inviano precisi impulsi agli investitori quando si palesano.
Il problema è che, a dispetto di quanti molti assumano, occorre registraere un certo numero di HO prima che il mercato si riveli effettivamente vulnerabile verso il basso.

L'esperienza storica suggerisce di calcolare non meno di 5 segnali di allerta nel giro di un mese. Il setup in effetti si è manifestato a febbraio 2020 e a fine 2021: in entrambi i casi poco prima degli ultimi due bear market ufficializzatisi. A fine 2024 ci siamo andati molto vicini, con quattro HO nell'arco di 21 sedute, e Wall Street ha risposto puntualmente producendosi in un "quasi" bear market prima dell'imperiosa ripartenza degli ultimi quasi sei mesi.
Ad agosto il contatore è salito fino a 2 rilevazioni, in un mese: troppo poco per lanciare l'allarme. Ci vuol ben altro per disturbare il placido sonno degli investitori, e per fornire valide argomentazioni ai ribassisti.
L'Hindenburg Omen è quotidianamente aggiornato da AGE Italia, e reso noto agli abbonati al Rapporto Giornaliero.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...