Indicatori
Non è mai buon segno quando vanno tutte d’accordo

Chi è abbastanza anziano da aver vissuto alti e bassi della borsa (per la verità di recente abbiamo apprezzato più i primi che sofferto i secondi), conosce una verità incontestabile: sui minimi di mercato tutti sono mossi dal medesimo intento. Vale a dire, vendere, uscire dal mercato, liquidare, sbarazzarsi delle azioni ad ogni prezzo, al meglio, prima che l’emorragia diventi letale. Quando la borsa scende, che si tratti di piccoli investitori o di gestori patrimoniali; di trader alle prime armi o di money manager con diverse diecine di milioni di dollari di AuM, l’imperativo è: vendere.
Le motivazioni che inducono a comprare invece sono sempre le più disparate: c’è chi lo fa sulla base di fondamentali ritenuti interessanti, chi perché scorge una condizione tecnica promettente; chi lo fa per il breve periodo, chi per il lungo periodo. Sta di fatto che mentre sui ribassi, e in particolar modo nelle fasi dell’avvitamento delle quotazioni, le società quotate scendono un po’ tutte, senza eccezioni; sui rialzi la partecipazione è meno corale, e ben può essere che con un indici ai massimi, le società in analoga condizione siano molto meno del 100% dell’universo delle azioni quotate.

Questa lunga premessa conduce gli analisti a soffermarsi sul concetto di “ampiezza” di mercato: vale a dire, la partecipazione più o meno corale al movimento dell’indice che sintetizza l’evoluzione del mercato.
C’è però un altro modo per tastare il polso del paziente: la correlazione. Sì, perché se si accetta quanto finora rilevato, è normale aspettarsi che in prossimità dei massimi di mercato la correlazione fra le azioni quotate scemi; mentre risulterà crescente nei ribassi, raggiungendo lo zenit sui minimi di mercato.

Il CorrInd è un indicatore di proprietà di AGE Italia, la società di cui il sottoscritto dirige l’Ufficio Studi. Si basa sul comportamento delle prime dieci società di Piazza Affari: un universo sufficientemente rappresentativo dell’intera capitalizzazione della borsa italiana.
Nello specifico, ciascuna società è confrontata con le altre nove società, calcolando il coefficiente di correlazione di coppia, e pervenendo dunque ad una matrice di correlazioni di cui si calcola il valore medio: il CorrInd, appunto.

Un CorrInd elevato – superiore all’80% - testimonia una partecipazione corale alla tendenza in essere, che solitamente risulta inclinata verso il basso e prossima ad esaurimento.
Viceversa, un CorrInd particolarmente compresso – inferiore al 50% - è tipico dei massimi di mercato. In effetti negli ultimi dieci anni una rilevazione simile è stata registrata altre sei volte, prima delle settimane più recenti; ed in tutti i casi, ad evidenza, il seguito è stato tutt’altro che piacevole.
È giunto il momento a Piazza Affari di tirare i remi in barca?

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...