Perché gli strategist non sono esuberanti?

- 17/03/2014
Gli investitori stanno ancora festeggiando uno dei bull market più effervescenti di questa generazione: il sesto, per durata, dal 1929 (sarà il quinto più longevo fra poco più di una settimana); già il quarto, per profondità, inferiore soltanto al boom incominciato nel 1982, e terminato nell’estate di cinque anni dopo. Ci si aspetterebbe una raccolta netta record, un’apertura di nuove posizioni senza precedenti e un esercito di gestori e strategist pronti a giurare sulle prospettive rosee dei listini azionari. Eppure, qualcosa non quadra.
Secondo l’agenzia Bloomberg, l’allocazione media in azioni degli strategist delle case di brokeraggio interpellati, supera di misura il 52% del portafoglio. Si capisce subito che la cautela prevale: l’allocazione in borsa è ben inferiore al 60-65 percento tipicamente raccomandato da chi disegna strategie di investimento che contemplino i mercati di rischio.
È pur vero che il dato in questione si colloca ai livelli più alti degli ultimi due anni; ma è altresì vero che storicamente l’esposizione mediamente raccomandata in azioni si colloca nella parte inferiore del range storico.
La figura evidenzia il livello medio di allocazione in borsa dal 1997 in poi – poco meno del 62% - e due estremi statistici situati ad una deviazione standard sopra, e sotto la media storica. Gli strategist sono definibili “esuberanti” quando raccomandano di comprare azioni per più del 70% del portafoglio: è quanto occorso drammaticamente nel 2000. Di converso, una asset allocation azionaria di entità inferiore al 53% del portafoglio identifica una impostazione improntata alla cautela; il che coincide inevitabilmente con i minimi di mercato: come occorso nella seconda metà degli anni Novanta, e nei primi mesi del 2009.
Che gli strategist abbiano imparato la lezione? Ne dubitiamo. Verosimilmente, questo dato suggerisce l’esistenza di notevole liquidità parcheggiata, e disponibile per sostenere il mercato, qualora ad un certo punto dovesse manifestarsi una correzione. Di sicuro non possiamo giudicare il mercato conteso aspramente fra i vari partecipanti: come tipicamente avviene in una bolla speculativa.