Indicatori
Questa non è la solita correzione. Forse è un nuovo 2008

O forse peggio. Bisogna esaminare i mercati con raziocinio ed obiettività. Incorporando nelle valutazioni le informazioni, man mano che sopraggiungono, senza bias cognitivo. Trovando la forza di cambiare idea, se i fatti cambiano. E il coraggio di risultare indisponenti, quando occorre.
Un utile modo per misurare lo stato di salute della borsa (americana), uno dei tanti; consiste nel confrontare il sentiment di mercato, concretamente misurato con il confronto fra i volumi di opzioni put e call scambiate; con la volatilità espressa dal VIX. Si perviene ad una misurazione univoca delle tensioni che attraversano il listino. Tensioni alquanto violente, in questo momento.

Qualora non fosse sufficientemente chiaro, questa non è la solita correzione come tante abbiamo sperimentato dopo il minimo del 2009. Il confronto fra sentiment e volatilità fornisce una misura che si colloca ben sopra i picchi fisiologici raggiunti a fine 2018 (errore della Fed), nel 2015 (svalutazione cinese), ad agosto 2011 (downgrade del debito federale USA), a maggio 2010 (flash crash); o, se è per questo, nemmeno in occasione dei minimi di marzo 2003, di settembre 2001 e di ottobre 1998.
Assolutamente no. Il confronto fra sentiment e volatilità propone una lettura che si colloca ben sopra quei livelli. Ad 80 punti, il Sentiment-Volatility Indicator è inferiore soltanto alle rilevazioni raggiunte nel 2008: novembre 2008, per l'esattezza.
L'ultima volta che l'indicatore in esame raggiunse i livelli correnti, lo S&P500 quotava 910 punti. Sarebbe sceso di un ulteriore 27% nei cinque mesi successivi. Siete vagamente pronti ad una simile evenienza?

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...