Che cosa segnala il Panic-Euphoria Model di Citi

- 19/06/2019
Nonostante lo S&P500 sia prossimo ai massimi storici - o, forse, proprio per questo... - il sentiment degli investitori è improntato al pessimismo. Ieri abbiamo appreso dal Fund Manager Survey di Merrill Lynch che i gestori globali hanno tagliato l'esposizione azionaria di oltre 30 punti percentuali in un mese. In precedenza nel Rapporto Giornaliero abbiamo segnalato il massiccio deflusso registrato a maggio da fondi ed ETF azionari, la natura benigna dei ripetuti gap down sofferti dallo S&P il mese scorso e la drastica preferenza per le opzioni put da parte dei piccoli investitori: tutti sintomi di un disagio che, in ottica contrarian, fanno propendere per una evoluzione favorevole del mercato azionario.
Conferme giungono dal Panic-Euphoria Model (PEM) di Citi. La banca americana combina una serie di indicazioni - dai put/call ratio ai sondaggi sul sentiment; dalle azioni vendute allo scoperto al margin debt - in un indicatore composito. La figura in alto mostra l'evoluzione a partire da ottobre 2017.
Come si può notare, la lettura più recente sfiora le rilevazioni depresse conseguite sul finire dello scorso anno. Con la differenza non trascurabile, per l'appunto, che mentre a dicembre si proveniva da tre mesi drammatici, oggi il contesto formale di mercato è assolutamente favorevole. Il che rimarca l'assurdità della bearishness ostentata da quasi tutti gli investitori.
Un ribasso si manifesta tipicamente quando il PEM si spinge oltre i 50 punti, come occorso a gennaio e a settembre dello scorso anno; non quando si colloca su valori così smaccatamente negativi. Simili letture tendono tipicamente ad essere seguite da miglioramenti a doppia cifra percentuale, a distanza di dodici mesi.