Come si sta muovendo il denaro smart?

- 29/11/2023
Gli investitori professionali attivi hanno subito mangiato la foglia. Meglio di tanti altri, hanno realizzato ben presto che il minimo di fine ottobre fosse destinato a durare. È per questo motivo che la loro allocazione media in azioni è passata, nel giro di un mese, da meno del 25 a più del 75%, stando alla rilevazione della passata ottava.
Un ribaltamento umorale netto. Indiscutibile. Data la loro fama di pubblico specializzato, intuitivamente viene spontaneo assecondarne gli istinti. L'investitore contrarian che è in tutti noi suggerirebbe diversamente, per cui è bene elaborare una visione più allargata: ricercando tutti i casi storici di transito da meno del 25 a più del 75% da parte del NAAIM Exposure Index, a patto che il rovesciamento di sentimenti si manifesti in non più di cinque settimane.
Dal 2007 si scorgono soltanto tre precedenti, a riprova dell'eccezionalità dell'evento recente. Benché il campione sia troppo esiguo per farci pervenire a conclusioni definitive, non è difficile scorgere come nei mesi successivi le quotazioni dello S&P500 si siano sempre migliorate; anche talvolta passando attraverso fisiologiche correzioni.
L'esempio più brillante e confortante è senz'altro quello più recente: con l'esposizione media degli Active Manager schizzata dall'11 al 79% ad inizio primavera 2020: subito dopo il deflagrare dell'emergenza pandemica. Il mondo assisteva impressionato agli eventi, ma il denaro non dorme mai. Specie quello smart.