I gestori sono entusiasti. E allora?

- 12/02/2013
Soltanto ora - nel mese di gennaio - il pubblico dei piccoli investitori si è accorto del bull market che fra poco festeggerà il quarto anno d'anzianità. I flussi in entrata nei fondi comuni azionari infatti sono stati considerevoli; ben poco cosa per la verità rispetto al massiccio deflusso sperimentato dal 2009 in poi, quando oltre mezzo trilione di dollari è stato disinvestito da questi veicoli di investimento.
E mentre i piccoli investitori rompono gli indugi, i gestori sono entusiasti come non mai. Perlomeno quelli della NAAIM, associazione americana che raggruppa i money manager "attivi". Secondo l'ultima rilevazione settimanale, l'esposizione azionaria sfiora il 100%; un dato peraltro superato abbondantemente in occasione della rilevazione precedente.
Ciò non meraviglia, dal momento che questa categoria di gestori non disdegna l'utilizzo di leva, così come il ricorso alla vendita short di azioni.
Una simile sovraesposizione farebbe chiamare il top da parte degli analisti contrarian. Ma è davvero così?
In verità, non lo sappiamo: il sondaggio di NAAIM parte dalla fine del 2006, e dopo sei anni abbiamo soltanto un altro caso di rilevazione così elevata: alla fine di dicembre 2006, appunto, quando la media a 13 settimane (tre mesi) dell'esposizione media in azioni superò l'80%, come occorso la passata ottava.
Un dato statisticamente non significa niente, per cui non si può pervenire a conclusioni di alcun tipo. Soltanto per la cronaca, rileviamo come quell'eccesso fu seguito da un massimo soltanto a distanza di quasi dieci mesi di tempo.