Sentiment
Il conflitto fra gli indicatori di sentiment

Due fra i sondaggi di sentiment più popolari fra gli investitori, stanno inviando in questo momento messaggi contrastanti. Visto che lo S&P500 è salito di oltre il 15% quest'anno, trovandosi a ridosso dei massimi storici, ci si aspetterebbe un certo ottimismo fra gli operatori di mercato. In effetti il sondaggio di Investors Intelligence conferma questa riflessione. Al contrario, il survey settimanale di American Association of Individual Investors (AAII) mostra da tempo una netta prevalenza di ribassisti.
Il grafico in basso mostra la media a 10 settimane dei due sondaggi. I Tori fra i piccoli investitori sono scesi sotto al 30%, mentre fra gli analisti risultano tuttora prevalenti.

Risulta a questo punto interessante ricercare circostanze analoghe precedenti. Una premessa doverosa: i due sondaggi sono condotti con modalità non del tutto sovrapponibili, che in ultima analisi rendono i risultati del survey di AAII un tantino più volatili: gli analisti tendono a mantenere le proprie posizioni fino a quando il mercato dimostra la fondatezza delle loro assunzioni, mentre il sondaggio di AAII, garantendo l'anonimato dei partecipanti, si presta ad oscillazioni più corpose.
Ma a quale dei due sondaggi credere quando si manifesta un simile conflitto? La figura in basso mostra tutte le coppie di rilevazioni settimanali dal 1988. In rosso il dato più recente, che vede i Tori di AAII al 21.4%, contro il 55.3% di II.

La tabella in basso mostra i casi in cui i Tori di II superano il 50%, escludendo le circostanze che si ripetono in meno di sei mesi; e quando meno del 25% di Tori da parte da AAII. Come la teoria contrarian suggerisce, quando il sentiment mostra ottimismo, i ritorni prospettici decadono; quando gli investitori sono pessimisti, i ritorni appaiono lusinghieri.

Bene, e quando invece le due stime divergono? Dal 1988 si contano appena quattro precedenti simili: nel 1989, nel 2003, nel 2005 e ancora nel 2017. In tre casi su quattro - quelli più recenti - il mercato si è comportato alla grande, salendo ad abbondante doppia cifra percentuale ad un anno di distanza. Stessa frequenza benigna dopo sei mesi, mentre dopo tre mesi Wall Street è sempre salita.
Certo la casistica è rimaneggiata, ma il dato è confortante.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...