Il sentiment di mercato è irrimediabilmente depresso

- 15/05/2023
Il mancato conseguimento di un apprezzamento superiore al 20% rispetto ai minimi di giusto sette mesi fa, nega allo S&P500 la qualifica di conseguito nuovo bull market, dopo il bear market che ha ridotto del 25% delle quotazioni dopo i primi tre quarti dello scorso anno. La borsa di Wall Street - non anche quella di Times Square, però - vive una condizione intermedia, come amorfa: non è ancora un bull market, ma si fa fatica ad etichettarlo tuttora con bear market. Dopo sette mesi da un minimo di rilievo, l'esperienza suggerisce come la prospettiva di ritoccare i minimi autunnali, perlomeno per quest'anno è piuttosto remota.
Ma gli investitori non si lasciano persuadere. La politica monetaria restrittiva della Fed, le incertezza della ripresa cinese, la crisi delle banche regionali negli Stati Uniti, e ora i dubbi circa l'estensione del tetto del debito federale, gravano come un macigno sulle convinzioni degli operatori. Malgrado il generoso recupero messo a segno da ottobre, il sentiment resta improntato ad un prevalente pessimismo.
Diverse misure lo comprovano. Qui vorremmo utilizzare il Daily Sentiment Index il quale, come è facile intuire, misura la proporzione di trader che nutre aspettative bullish sul mercato in esame. Nel nostro caso, appunto, lo S&P500.
In termini medi annuali, il DSI oscilla attorno al 30% di Tori. Non sfugge come lo smussamento risenta negativamente delle quotazioni calanti dei primi cinque mesi (maggio-ottobre) della finestra temporale in questione. Sul piano numerico il campione mobile dovrebbe proporre una media ben superiore: segno che l'ottimismo indotto dal recupero delle quotazioni degli ultimi sette mesi, è stato meno che speculare rispetto al pessimismo precedente.
Storicamente un DSI medio annuale su questi livelli è coinciso con importanti minimi di mercato. Li scorgiamo facilmente qui in alto: inizio 2016, metà 2012, marzo 2009 ed inizio 2003 registrarono un sentiment del tutto analogo. Seguirono diversi mesi - per non dire anni - di ulteriore crescita di Wall Street. Uno scenario che certo non si può profetizzare oggi a cuor leggero, sebbene tutti i rialzi nello stadio iniziale propongano di volta in volta minacce ritenute puntualmente esistenziali.
Una cosa però è certa: un prevalente pessimismo limita la proporzione di potenziali venditori. Gli investitori dispongono di liquidità rinvenuta dalle precedenti vendite, non di azioni da scagliare sul mercato deprimendone il valore. Con un DSI così contenuto, i margini verso il basso risultano risicati, e questo è quantomeno un elemento di conforto.