Sentiment
Nuovi massimi storici e sentiment ambiguo: e adesso?

Chiudendo oltre il massimo di febbraio, la settimana scorsa lo S&P500 ha posto fine al bear market da CoViD-19. In cinque mesi l'indice è salito di oltre il 50%. Penso sia istruttivo ponderare il sentiment degli investitori dopo una simile performance. La tabella in basso esprime i ritorni di mercato dal 1954, dopo il conseguimento di un massimo storico, per la prima volta dopo almeno 100 giorni. La seconda tabella è fornita per consentire una comparazione con i ritorni tipici. Nel complesso le rilevazioni non forniscono indicazioni significative: il mercato non si comporta né meglio né peggio del solito.

Nel frattempo i sondaggi di opinione mostrano un orientamento speculare da parte delle tradizionali due categorie di investitori. Il survey condotto da Investors Intelligence (II) esprime un considerevole ottimismo: il 59% degli scrittori di newsletter finanziarie americane si manifesta bullish. La combinazione di una maggioranza di ottimisti con il conseguimento di un nuovo massimo storico conferma la lettura contrarian: il mercato tende in seguito a sottoperformare, conseguendo mediamente una perdita dell'1.0% tre mesi dopo, e con appena 4 casi su 7 positivi. A titolo di riscontro, nei restanti 11 casi di conseguimento di un massimo storico, a fronte del quale gli ottimisti sono risultati inferiori al 50% del totale; lo S&P tre mesi dopo ha conseguito un rialzo mediamente del +1.6%, con l'82% dei casi favorevoli.

C'é però il sondaggio condotto da American Association of Individual Investors (AAII), stando al quale soltanto il 30% degli interpellati è bullish per i prossimi mesi. Conducendo la ricerca analogamente a quanto fatto con il sondaggio di II, abbasando in questo caso l'asticella al 35% di rialzisti, emerge come la lettura contrarian sia perdente: maggiore è la percentuale di ribassisti, e peggiori sono i ritorni di mercato. In particolare quando un nuovo massimo storico è raggiunto con meno del 35% di piccoli investitori bullish; il mercato tre mesi dopo è salito soltanto due volte su sei, conseguendo una performance media del 3%. Il contrario quando il nuovo massimo storico è stato conseguito con una robusta proporzione di rialzisti.

Evidentemente entrambi i sondaggi forniscono un riscontro negativo in termini prospettici, sebbene il campione riscontrato sia piuttosto contenuto.
A titolo di mera curiosità, a questo punto, rilevo come in una sola occasione è stata conseguita una combinazione di ambo gli elementi prospettati: vale a dire, un massimo storico ottenuto con una larga prevalenza di advisor rialzisti, e con una esigua proporzione di piccoli investitori bullish. Eravamo a luglio 2016. Lo S&P500 avrebbe conseguito un ritorno simbolico dopo tre mesi (+0.8%), distendendosi però verso l'alto dopo sei mesi: +6.2%.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...