Perché la sovraesposizione in borsa è una buona notizia

- 22/06/2023
I money manager "attivi" rappresentati dalla NAAIM sono una categoria peculiare di investitori. Perché non escludono la possibilità di operare a leva. Sicché l'esposizione (dichiarata) in azioni sfugge dal convenzionale range 0-100%, potendosi spingere in alcune circostanze fino al 200% se si dovesse ricorrere a leva 2.
Ecco perché una esposizione in Equity del 90% non è così sensazionale, seppur risulti motivo di vertigini per il comune investitore: che soltanto adesso si sta guardando intorno, dopo quasi nove mesi di rialzi che l'hanno visto colpevolmente fuori dai giochi.
Scatta allora la sindrome autoassolutoria della favola della volpe e dell'uva: poiché è troppo in alto, deve essere sicuramente acerba. Idem varrebbe per le quotazioni, ed un sondaggio che rivela come i gestori attivi hanno investito in borsa per il 90% del portafoglio, non fa che rafforzare il convincimento degli ultimi samurai rimasti in trincea.
L'evidenza storica però suggerisce diversamente. Provenendo da un bear market, è abbastanza normale conseguire letture così elevate. I gestori attivi in simili circostanze desiderano recuperare il tempo perduto, e spingono sull'acceleratore della esposizione, accettando un maggiore rischio in cambio della prospettiva di portare a casa le plusvalenze fino a quel momento sfuggite.
Sta di fatto che quando l'esposizione media sale oltre il 90&, come occorso di recente, dopo essersi spinta sotto il 15% nei mesi precedenti; il seguito non si è fatto granché attendere: in tutti i casi lo S&P500 si è migliorato nei mesi successivi. Il campione rilevato evidenzia soltanto una manciata di precedenti, ma sembra abbastanza pacifico concludere come una sovraesposizione del tipo ammessa di recente, non configuri affatto elemento di preoccupazione. Casomai, il contrario; al netto s'intende di possibili aggiustamenti fisiologici di mercato.