Se cerchi il Toro, studia gli Orsi

- 17/02/2014
La ripartenza dei listini azionari ha tratto giovamento, se non giustificazione, dal rapido deterioramento del sentiment degli investitori dopo il massimo della seconda metà di gennaio. E dire che quel massimo risultava il prodotto di un ottimismo che si faceva fatica a contenere. Sta di fatto che gli investitori hanno immediatamente trovato nuove argomentazioni per osservare con rinnovato scetticismo le sorti dei listini azionari, e puntuale è intervenuta la correzione; che ha rapidamente ridimensionato questa positività.
Come si rilevava una settimana fa, il Greed Index è scivolato fino alla cruciale soglia dei 50 punti, che identifica il prosciugamento dell’ottimismo e risulta storicamente compatibile con nuove fasi espansive delle quotazioni. Così è stato: nella versione “total return”, che include i dividendi, l’indice All Share si è permesso il lusso di eclissare il famoso massimo di ottobre 2009.
Anche a Wall Street il sentiment si è deteriorato significativamente, in coincidenza con il raggiungimento sullo S&P del supporto a 1740 punti. Il VIX è decollato, le opzioni put hanno conosciuto una nuova popolarità, e i sondaggi sul sentiment hanno prontamente rilevato un drastico mutamento di umore. Ma i migliori indicatori di sentiment sono mutuati dalla realtà operativa. In altre parole, conta ciò che gli investitori fanno; non quello che asseriscono di voler fare.
Da tempo, nell’arsenale di indicatori a nostra disposizione, monitoriamo l’andamento degli ETF. In particolare, di quelli particolarmente apprezzati dagli operatori particolarmente amanti del rischio. Sorvolando sulla loro efficienza, gli ETF “double long” o “double short” conoscono un boom di scambi nei momenti salienti del mercato. Così, calcoliamo quotidianamente il turnover degli scambi su due prodotti che replicano con fattore -2 l’andamento di S&P e Nasdaq: rispettivamente, l’SDS e il QID. Emessi da ProShares, salgono tendenzialmente del 2% quando l’indice sottostante perde l’un percento.
Il grafico in alto chiarisce immediatamente dove vogliamo andare a parare: quando gli scambi complessivi sui due ETF “ultrabearish” supera una determinata soglia; l’eccesso di pessimismo che ciò rappresenta solitamente coincide con i minimi di mercato. In altre parole, fatalmente quando tutti sono talmente ribassisti da comprare strumenti dalla discutibile efficacia, ma al contempo dalle mirabolanti promesse; è tempo di assumere una posizione contrarian.
Ecco perché all’inizio di febbraio era sensato tornare bullish sulla borsa americana. Fino a quando? fin quando gli investitori ripudieranno scottati questo strumento speculativo. I volumi sono ancora elevati e non accennano a rientrare. Sembrerebbe di poter dire, da questo punto di vista, che è ancora presto per concludere che gli investitori abbiano messo da parte la negatività nei confronti del listino di Wall Street.