Si sbriciola il sentiment bullish (ma potrebbe non bastare)

- 31/01/2022
L'ex Panic-Euphoria model (PEM) di Citi, recentemente ribattezzato Levkovich Index in memoria del suo ideatore recentemente scomparso; è il misuratore di sentiment più ampio a disposizione di analisti ed investitori.
Si basa sulla complessa interazione di una serie di variabili: azioni vendute allo scoperto, Margin Debt, rapporto fra scambi a Times Square e a Wall Street, sondaggi sul sentiment, put/call ratio, eccetera. Tende a fornire indicazioni circa l'andamento probabile del mercato nei successivi dodici mesi; sebbene, ad onor del vero, nel 2021 abbia collezionato un macroscopico flop.
Ad ogni modo, da un anno a questa parte il PEM ha sperimentato un continuo sgretolamento: passando da una lettura record di 200 punti a gennaio 2021, ai 32 punti della passata settimana. È raro conseguire un ridimensionamento simile.
Dal 2015 in avanti una contrazione del PEM di almeno 70 punti in 9 settimane (due mesi), prima d'ora è stata conseguita a marzo 2021 ed a marzo 2020. Un tonfo quasi analogo per proporzioni è stato in precedenza registrato a fine 2018 e a marzo del medesimo anno. In tutti i casi il mercato azionario reagì mettendo a segno vistosi progressi nei mesi successivi.
L'unica differenza, rispetto agli episodi citati, è che questa volta il sentiment, pur essendosi sgretolato, si colloca tuttora su livelli assoluti positivi. Il che fa sospettare la possibilità che ulteriori declini di prezzo possano manifestarsi, nelle prossime settimane, affinché il sentiment raggiunga un minimo roccioso, finalmente compatibile con la ripartenza definitiva dei mercati.