Sentiment
Un eccesso di ottimismo segnala correzione in arrivo?

Uno dei miei sondaggi preferiti sul sentiment è quello pubblicato settimanalmente da Investors Intelligence (II). Raccoglie oltre 100 newsletter sul mercato azionario e riporta la percentuale di esse che sono rialziste o ribassiste sul mercato o che invocano una correzione (ribassiste a breve termine ma rialziste a lungo termine). Negli ultimi mesi i scrittori di newsletter sono diventati rialzisti. Un paio di settimane fa la linea Tori-Orsi ha superato il 20% per la prima volta da oltre un anno. In qualità di contrarian del mercato, mi aspetterei che questo abbia implicazioni ribassiste sulle azioni in futuro, ma vediamo se i numeri supportano questa affermazione.

La prima tabella è un'analisi generale dell'andamento del sondaggio II come indicatore. Ho creato dei decili utilizzando la percentuale di tori meno quella di orsi nel sondaggio II. Ogni settimana ho registrato la percentuale di rialzisti meno quella di ribassisti e ho seguito il rendimento dell'indice S&P 500 dopo la lettura. I decili più bassi (la parte superiore della tabella) rappresentano i periodi in cui le newsletter sono più ribassiste. La parte inferiore della tabella mostra i periodi in cui sono più rialzisti. Ad esempio, nella prima riga, da 0 a 10, gli orsi erano in media il 20% più alti dei tori. Nel secondo decile, da 10 a 20, gli orsi sono stati in media del 4% superiori ai tori. Nella parte inferiore della tabella, dove il percentile toro meno orso è compreso tra 90 e 100, i tori erano in media il 44% più alti degli orsi.
Attualmente ci troviamo nella fascia 50-60, con i tori più alti di 18 punti rispetto agli orsi. Il rapporto tra tori e orsi è sceso un po' dopo aver superato i 20 punti un paio di settimane fa. Questo conferma che il sondaggio II, in generale, è stato un indicatore contrarian. I rendimenti a due settimane sono casuali, ma da un mese a sei mesi, l'S&P 500 ha rendimenti migliori della media in tutti i decili più bassi, che sono quelli in cui le newsletter sono più ribassiste.

Disponiamo di dati giornalieri sul sondaggio Investors Intelligence che risalgono al 1972. Da allora, ci sono state altre 24 volte in cui la linea tori meno orsi è rimasta al di sotto del 20% per almeno tre mesi prima di superare tale livello. La tabella seguente riassume i rendimenti dell'S&P 500 in questi casi. La seconda tabella mostra i rendimenti tipici dell'S&P 500 dal 1972, a titolo di confronto. Nei periodi più brevi, le azioni hanno sottoperformato in media, nonostante una percentuale di rendimenti positivi simile a quella di ogni tempo.
Ciò suggerisce che le borse sono state più inclini a grandi ribassi che a rialzi dopo questi casi, almeno nel breve periodo. Osservando i rendimenti a tre e sei mesi dopo gli incroci tra tori e orsi superiori al 20%, i rendimenti sono stati quelli che normalmente ci si aspetterebbe. Sulla base dei dati storici, i titoli potrebbero essere più vulnerabili a un brusco ripiegamento, ma i rendimenti a lungo termine non ne risentono.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...