Abbiamo alle spalle un minimo definitivo?

- 04/03/2016
Il mercato azionario americano ha avviato un processo correttivo dei ribassi degli ultimi mesi. Da massimo a minimo, l'azione mediana della borsa USA ha ceduto quasi il 25% in meno di un anno: un bear market senza dubbio reso meno visibile dal notevole peso di poche società ad elevata capitalizzazione, che per lunghi tratti degli ultimi dodici mesi hanno sovraperformato, fagocitando la performance dell'universo delle società quotate. Ma il rimbalzo è fra noi. Il punto è domandarsi se si tratti di una ripartenza definitiva, o se i minimi di febbraio hanno qualche probabilità di essere ritestati, ad un certo punto dell'anno.
Anzitutto, bisognerebbe chiedersi se quel minimo sia di categoria primaria. La risposta, ci sembra, è negativa.
La figura in alto riporta tutte le volte in cui, negli ultimi 30 giorni, il range giornaliero sullo S&P500 è risultato superiore al 2%, rispetto al prezzo di chiusura della seduta. In occasioni dei minimi primari degli ultimi trent'anni (1987, 1998, 2002 e 2009) il dato in questione è risultato pari o superiore alle 24 volte.
In occasione del recente ribasso, invece, il "contatore" si è fermato a 14 volte. Persino in occasione del minimo secondario del 2011, la statistica si è impennata in modo vistoso. Questo getta un'ombra sul minimo da poco formatosi, e sulle probabilità che esso sia definitivo.
Godiamoci il rimbalzo, per ora. Ma nuovi minimi dovrebbero subentrare, nella seconda parte dell'anno.