Abbiamo conseguito un picco sul VIX?

- 07/03/2022
Nonostante la maggiore incertezza introdotta dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, trovo interessante l'andamento recente della volatilità: per un paio di motivi.
Anzitutto, sebbene il VIX sia schizzato verso l'alto, non si è spinto oltre il massimo di novembre. Qui siamo su livelli duplici rispetto alla chiusura del 2021. Da quando alla fine di febbraio ha preso a circolare la notizia che l'invasione russa fosse imminente, il VIX non è mai andato oltre questi livelli.
Si capisce che uno sfondamento verso l'alto dovrebbe mettere in allarme i rialzisti.
La seconda osservazione riguardante la volatilità, fa riferimento al confronto fra volumi di acquisti di opzioni call, e volumi sulle put sul future. Questo rapporto è schizzato verso l'alto poco prima del picco del VIX di gennaio. Tuttavia, la media a 10 giorni del call/put ratio sul VIX future non ha mai toccato la mitica soglia di 2.0 volte che ha preceduto una maggiore volatilità.
Le dichiarazioni del governatore della Fed, ormai allineato ad un aumento del Fed Funds rate da 25 punti base, confermano la possibilità che sul VIX sia stato conseguito un picco. Perlomeno una parte di incertezza su questo fronte è venuta meno.
Se la volatilità cessasse di crescere, di riflesso il mercato azionario troverebbe un pavimento da cui ripartire, con lo S&P500 che si è spinto oltre il 10% dai livelli di chiusura dello scorso anno, e con la media a 320 giorni a 4260 punti che contiene la lettera.
Allo stesso tempo, la parete superiore del canale discendente entro cui si muove Wall Street agisce da resistenza, e contiene le velleità rialziste del mercato. La barriera si colloca a 4434 punti, e scenderà a 4397 punti per la fine di questa settimana.