Volatilità
Cosa anticipano le fiammate di volatilità?

La settimana scorsa il VIX ha conseguito una flessione di oltre il 2%, subito dopo aver chiuso ad un nuovo massimo storico. Il VIX, che misura la volatilità implicita nelle opzioni sullo S&P500 ed è spesso considerato una misura del panico che serpeggia fra gli investitori, è balzato nella circostanza del 25%. Mi sono subito chiesto in passato cosa abbia comportato un simile exploit.

Il diagramma a nuvola qui in basso fornisce immediatamente un'idea circa il movimento che possiamo attenderci: ho ricercato tutti i casi, dal 2008 in avanti, in cui lo S&P si è collocato nei presi del massimo storico, con il VIX attorno ai 20 punti, +/- 5 punti. Indi, ho semplicemente tracciato i ritorni del VIX rispetto a quelli dello S&P. La linea verde mostra cosa ci si dovrebbe aspettare. Il puntino cerchiato identifica l'episodio di mercoledì scorso: si può notare come non si collochi di molto sopra la retta di regressione. In effetti, più il mercato cede, e più il VIX tende a salire. Per cui direi che la dinamica recente sia stata nella norma.

I puntini rossi evidenziano gli episodi più recenti. Non sembra registrarsi un comportamento peculiare rispetto alla trendline: è tutto ordinario.
Mi aspetterei in linea di principio che più si discosta il VIX rispetto al livello guida, e più c'è paura ingiustificata fra gli investitori. La tabella in basso elabora questo concetto: distinguendo fra una misura che si collochi oltre la norma, da una che al contrario evidenzia una reazione più composta.
Poiché il VIX si sofferma sulla volatilità a 30 giorni, si tratta di indicazioni di breve periodo. In effetti a 2 e 4 settimane, lo S&P sottoperforma quando il VIX sale più del previsto. Devo dire che è il contrario di quello che mi sarei immaginato. L'indicatore però performa molto meglio nel lungo periodo: sei mesi dopo lo S&P consegue in media una performance del 9%, con una spettacolare frequenza benigna del 96%.

Quando invece il VIX sale meno del dovuto, il mercato guadagna appena il 3.3%, pur salendo nel 75% dei casi. Forse allora è meglio impiegare questo indicatore in un'ottica di lungo periodo.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...