Volatilità
Operare con la volatilità storica

Il Rapporto Giornaliero riporta, per tutte le azioni del paniere del MIB, dell'Eurostoxx, e per i principali indici mondiali; il livello della volatilità storica (HV). O meglio, dal momento che di HV si possono calcolare infinite misure, è riportato il rapporto fra la HV a 10 giorni e quella a 100 giorni. Il rapporto in questione, denominato HVI (Historical Volatility Indicator) si presta a cogliere i minimi di mercato quando si spinge oltre il 150%: cioé quando la volatilità di breve periodo supera di oltre il 50% la HV di lungo periodo. Ciò induce tipicamente una contrazione della volatilità di breve, che si associa usualmente ad un rialzo di mercato.
Ma l'HVI è efficace anche nel preannunciare i massimi di mercato e l'avvio di fasi correttive, se non di consolidamento. Lo rileviamo dal grafico dell'HVI applicato allo S&P500:

Un HVI inferiore al 50% equivale ad una HV a 10 giorni pari a meno della metà rispetto alla HV a 100 giorni. Questa eccessiva compressione della volatilità tende ad essere seguita da un rimbalzo della medesima, e da un ridimensionamento del mercato.
In tutti i casi riscontrati, lo S&P ha cessato di salire, e in tempi non troppo prolungati ha avviato un ribasso di alcuni giorni. Poca cosa, per un Orso: ma il bull market è quello che è. Tuttavia l'improbabilità di ulteriori rialzi in presenza di un HVI inferiore a 50 punti suggerisce strategie che traggano profitto da questo comportamento: ad esempio, si potrebbero vendere opzioni call sull'indice, sfruttando il tendenziale azzeramento che il time decay favorirebbe, più che la direzionalità ribassista che pur si manifesta, entro certi limiti.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...