Quando anche il VIX cade preda del panico

- 18/03/2020
VIX e VXO sono misure della volatilità implicita delle opzioni at the money scambiate, rispettivamente, sugli indici S&P500 e S&P100.
Esprimono il medesimo fenomeno, relativo a due benchmark tutto sommato non così dissimili. Eppure talvolta conoscono divergenze, temporanee, che rivelano la condizione di stress vissuta dal mercato.
Per accorgerci di questo fenomeno è utile mettere a confronto i due indici calcolati dalla borsa di Chicago. La figura in basso propone il rapporto fra VXO e VIX, accompagnata da una media mobile annuale.
A grandi linee i due indici coincidono. Ma talvolta si assiste a differenze relative abbastanza marcate e rilevanti, in un senso o nell'altro. Ce ne accorgiamo soprattutto confrontando il rapporto VXO/VIX con la sua media mobile, riportata in blue scuro e centrale rispetto al rapporto.
Per meglio accorgerci del fenomeno, sarebbe comodo riportare lo stesso studio in termini di scostamento, del VXO/VIX, rispetto alla sua media mobile; in termini di deviazioni standard.
Condizioni di panico, di stress oggettivo di mercato, sono definite da uno scostamento superiore alle 3 deviazioni standard, verso l'alto.
È quanto occorso ad ottobre 2008, ad agosto 2011, a metà 2015, ad aprile 2018 e alla fine dello stesso anno.
Non sempre queste esasperazioni coincisero con minimi di mercato. Anzi, sovente l'Equity conobbe ulteriori realizzi, sebbene in condizioni di minore stress da parte degli investitori.
Altra riflessione, immediata: nonostante un crollo del 30%, il VIX Panic non ha ancora conseguito una condizione di tensione statisticamente rilevante: avendo raggiunto le 2.8 deviazioni standard sopra la media. Bene, ma non benissimo.