Volatilità
Quell'ottimismo non disinteressato per la volatilità

Le innumerevoli incertezze che gravano sull'economia americana ed internazionale, finiscono per penetrare nelle fibre dei mercati finanziari, in generale; ed azionario in particolare. La volatilità implicita ha subito una severa impennata, e gli investitori sono in larga maggioranza orientati ad anticipare ulteriori turbolenze.

Stando al Daily Sentiment Index, ieri sera ben il 76% degli operatori nutriva aspettative bullish sul VIX. Si aspetta insomma ulteriori progressi della volatilità dello S&P500. Un modo indiretto per prefigutare nuovi sgretolamenti delle quotazioni.

Il pessimismo indiretto sul mercato, o se si preferisce un ottimismo così smisurato e non disinteressato per la volatilità; in simili proporzioni è fenomeno alquanto raro: soltanto altre quattro volte negli ultimi dodici anni essendo stata superata l'asticella del 75% di "rialzisti".

Un campione poco rappresentativo sul piano statistico, il che non ci impedirà di tracciare un paio di riflessioni.

Primo: in simili circostanze nel passato il pessimismo si è ulteriormente ispessito. La proporzione di Tori sul VIX è ulteriormente salita, prima di ridimensionarsi. Di solito, drammaticamente.

In effetti picchi simili sono sempre stati preceduti da ulteriori limatura delle quotazioni di mercato: di misura, e per pochi giorni; o un pochino di più.

Il messaggio di fondo però è che non è mai mancato molto al minimo di mercato, sopraggiunto di lì a breve, relativamente parlando. Soprattutto nei mesi successivi lo S&P500 è sempre risalito. Sempre, persino a nove mesi di distanza: del 12%, in media.

Nel caso, il sacrificio nei prossimi giorni o al massimo settimane, sarebbe il prezzo da pagare per godere di un allungo nei mesi a venire.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...