Quell'ottimismo non disinteressato per la volatilità

- 06/03/2025
Le innumerevoli incertezze che gravano sull'economia americana ed internazionale, finiscono per penetrare nelle fibre dei mercati finanziari, in generale; ed azionario in particolare. La volatilità implicita ha subito una severa impennata, e gli investitori sono in larga maggioranza orientati ad anticipare ulteriori turbolenze.
Stando al Daily Sentiment Index, ieri sera ben il 76% degli operatori nutriva aspettative bullish sul VIX. Si aspetta insomma ulteriori progressi della volatilità dello S&P500. Un modo indiretto per prefigutare nuovi sgretolamenti delle quotazioni.
Il pessimismo indiretto sul mercato, o se si preferisce un ottimismo così smisurato e non disinteressato per la volatilità; in simili proporzioni è fenomeno alquanto raro: soltanto altre quattro volte negli ultimi dodici anni essendo stata superata l'asticella del 75% di "rialzisti".
Un campione poco rappresentativo sul piano statistico, il che non ci impedirà di tracciare un paio di riflessioni.
Primo: in simili circostanze nel passato il pessimismo si è ulteriormente ispessito. La proporzione di Tori sul VIX è ulteriormente salita, prima di ridimensionarsi. Di solito, drammaticamente.
In effetti picchi simili sono sempre stati preceduti da ulteriori limatura delle quotazioni di mercato: di misura, e per pochi giorni; o un pochino di più.
Il messaggio di fondo però è che non è mai mancato molto al minimo di mercato, sopraggiunto di lì a breve, relativamente parlando. Soprattutto nei mesi successivi lo S&P500 è sempre risalito. Sempre, persino a nove mesi di distanza: del 12%, in media.
Nel caso, il sacrificio nei prossimi giorni o al massimo settimane, sarebbe il prezzo da pagare per godere di un allungo nei mesi a venire.