Nelle ultime settimane si è acceso il dibattito circa la tenuta dei supporti sulla borsa americana. L'indice S&P 500 ha prima penetrato la media mobile semplice a 200 giorni, poi quella esponenziale; ma, a ben vedere, le rotture si sono rivelate sempre marginali, e prontamente riassorbite. E questa è una fortuna, perché perdere quei livelli rafforzerebbe un parallelo storico... Continua...
Obiettivamente negli ultimi due mesi le cattive notizie non sono mancate. Trump promette il disimpegno dalle politiche del liberoscambismo, i dati sulla crescita economica globale non sono così brillanti come fino ad un paio di mesi fa, i tassi di interesse non accennano a rientrare, mentre le banche centrali continuano a restringere. Molti mercati denunciano una... Continua...
Ci si divide fra chi si aspetta ancora "soltanto" due aumenti dei tassi ufficiali fino alla fine dell'anno, e chi aggressivamente propende invece per tre incrementi del Fed funds rate. Trascurando che, sebbene in termini assoluti il corrente target rate 1.50-1.75% si attesi su infimi livelli; in termini storici invece siamo in presenza di un eccesso. Che ci potrebbe costare caro. Continua...
A febbraio il mercato azionario è stato sapientemente puntellato dall'operato delle stesse società quotate. Le quali, forti del mandato ricevuto, hanno qualche settimana fa intensificato gli acquisti di azioni. D'altro canto, non è un mistero per nessuno che negli ultimi nove anni le grandi aziende sono state fra le principali compratrici in borsa, forti di un paio di trilioni di liquidità... Continua...
Toccando ferro, quella di inizio febbraio si sta rivelando una "correzione tecnica". La precisazione semantica non è di poco conto, perché consentirebbe di escludere la possibilità di un minaccioso test di quel minimo; o, quantomeno, di ridimensionarne la portata. La verità è che, come ci suggerisce Goldman Sachs, questa correzione sta seguendo il tipico percorso di tutti... Continua...
C'è disappunto fra gli investitori per il livello raggiunto dai tassi di interesse: riflesso, secondo molti, di un surriscaldamento dei prezzi al consumo, che si propaga al livello nominale degli yield obbligazionari. E se invece l'aumento del costo del denaro riflettesse un miglioramento della congiuntura economica? in altre parole, quale nesso sussiste fra il mercato azionario... Continua...
Intuitivamente, la borsa americana dovrebbe salire quando il dollaro si deprezza, e scendere nel caso contrario: un cambio debole favorisce l'Export e, benché l'interscambio con il resto del mondo costituisca una frazione marginale del prodotto interno lordo USA; a New York le imprese multinazionali abbondano. La realtà è storicamente opposta: da sempre la borsa... Continua...
Rischiamo una guerra valutaria su scala globale? naturalmente le società americane vulnerabili ad un aumento dei prezzi all'importazione di alluminio ed acciaio - gravati dai dazi varati dall'amministrazione Trump - hanno sofferto in borsa. Reazione fisiologica, direi. Per capire però se questo è l'inizio di una concatenazione di eventi a cascata, e se le misure adottate... Continua...
Nell’ambito della cassettina degli attrezzi dell’analista tecnico, ci sono svariati strumenti atti a scorgere con anticipo l’emergere dei massimi e minimi di mercato: quelli che contano per investitori ed allocatori di portafoglio; non certo quelli che servono a produrre commissioni per gli intermediari, sotto la giustificazione che il trading e bello e magari anche profittevole. Continua...
Uno degli aspetti più suggestivi del boom del settore tecnologico degli anni recente, è l'assoluta incomparabilità, sul piano fondamentale, con l'esperienza di fine anni Novanta. Sebbene il Tech costituisca oggi di nuovo il 25% dell'intera capitalizzazione di Wall Street, a 23.7 volte il suo Price/Earnings è meno di 1/3 rispetto a quello raggiunto (82.6x) ad inizio millennio. Non è un caso dunque che... Continua...