Secondo uno studio della Banca d'Inghilterra, la variabile che più d'altre incide sulla futura tendenza dei tassi di interesse, è l'inflazione. I prezzi al consumo da tempo si mantengono ben al di sotto delle soglie obiettivo stabilite dalle banche centrali, creando qualche grattacapo ai debitori seriali. Quale sarà la tendenza più probabile per il 2018? c'è una misura, calcolata dalla... Continua...
In questi anni una consistente fetta di investitori ha fatto i conti con una dolorosa dissonanza cognitiva. Nove anni fa fu detto loro: «fuggite dai mercati, perché il Quantitative Easing farà esplodere l’inflazione, farà crollare il valore del dollaro e creerà un’instabilità senza precedenti». È andata a finire all’opposto: l’inflazione è rimasta a bada, il dollaro a consuntivo... Continua...
Come tutti sappiamo, la Federal Reserve ha annunciato il proposito di ridurre, ad un ritmo inizialmente molto cauto, il proprio bilancio: rinunciando a reinvestire i proventi ottenuti dalla scadenza dei titoli (Treasury e MBS) acquistati dal 2008 in poi nell'ambito dei vari programmi di Quantitative Easing. Va rilevato come altre banche centrali contribuiranno a... Continua...
Oggi non si discute d'altro: l'orientamento emerso dal FOMC ha impattato pesantemente sui tassi di interesse globali. Negli Stati Uniti il rendimento dei Treasury è salito per la nona seduta consecutiva: circostanza sperimentata una manciata di volte dal 1970. Stamattina sul Rapporto Giornaliero di AGE Italia si legge una succulenta analisi sulle prospettive... Continua...
A detta di tutti, è questione di "quando", non di "se": la Federal Reserve si accinge a rientrare dalla politica monetaria eccezionalmente accomodante degli anni passati, iniziando a non reinvestire i titoli acquistati nell'ambito dei vari programmi di Quantitative Easing succedutisi negli anni. Questo condurrà ad un moderato ma continuo ridimensionamento del bilancio... Continua...
Gli strategist non ci capiscono più niente. L'inflazione sembrava rialzare la testa, ma ora appare globalmente in ripiegamento. I tassi di interesse avrebbero dovuto crescere, per compensare le politiche finalmente reflazionistiche dei governi, ma da un certo punto in poi hanno puntato verso il basso, persuasi in ciò dalla percezione che il ciclo economico non sia così... Continua...
Nell'insalata di lettere in cui sguazziamo da nove anni, dobbiamo aggiungere un termine che presto diventerà di uso quotidiano: il QT, acronimo di Quantitative Tightening. Sì, perché è ormai palese che la Fed si accinga a ridurre il bilancio, mentre la BCE presto ridurrà l'entità degli acquisti mensili di titoli pubblici, dai correnti 60 miliardi di euro, a... Continua...
I processi di aggiustamento che seguono il conseguimento di condizioni di eccesso, possono tipicamente essere violenti, ma rapidi; oppure morbidi, ma terribilmente estesi nel tempo. Lo stesso principio si applica al mercato obbligazionario; americano, in particolare. Dove a metà anno il Treasury decennale ha raggiunto una condizione di ipercomprato... Continua...
Quello in esame è stato un nostro cavallo di battaglia all'inizio dell'anno: i titoli di Stato USA, dalla cedola costante, ma il cui sottostante è collegato all'inflazione (per cui la remunerazione percentuale è calcolata su un capitale in eventuale rivalutazione nel tempo). Di questi strumenti del Tesoro americano, è disponibile un ETF... Continua...
Come abbiamo commentato in questi giorni, la prospettiva virtualmente certa di un aumento dei tassi di interesse ufficiali produce effetti su tutta la curva dei rendimenti americana e aggiungeremmo mondiale, stando ai precedenti storici. D'accordo che "questa volta è differente", vista l'eccezionalità delle condizioni monetarie indotte dagli... Continua...