Abbiamo espresso diverse volte nel passato le ragioni per cui sul mercato azionario restiamo più ribassisti che mai. In poche parole, le nostre ragioni poggiano sugli effetti negativi della politica dei tassi ufficiali azzerati, sui tassi negativi in Europa e Giappone, e sulla transizione in atto dal Quantitative Easing al Quantitative Tightening. Senza considerare che il rapporto fra... Continua...
I Treasury di recente hanno fatto notizia, nel momento in cui lo yield del Decennale si è spinto oltre il 3.0%: per la prima volta da inizio 2014. I tassi di interesse a breve scadenza sono saliti ancor di più. Lo spread fra 10 e 2 anni si è ristretto al livello più contenuto dalla fine del 2007: subito prima del crash del 2008. Oggi mi soffermerò sulle conseguenze per il mercato... Continua...
Uno dei trade di lungo periodo, da tempo più profittevoli; consiste nel vendere la borsa tedesca e comprare la tecnologia americana, quando il rapporto fra Nasdaq e DAX scivola a 0.32 volte: a quel punto i rapporti di forza si ribaltano e premiano il listino di Times Square, penalizzando la borsa di Francoforte (malgrado al denominatore del citato rapporto compaiano i dividendi... Continua...
«Negli anni abbiamo imparato che la tendenza di maggio, e più in generale del semestre appena iniziato, è pesantemente condizionata da come ci si arriva, a questo sentito appuntamento stagionale. Quando a Wall Street il saldo annuale provvisorio risulta negativo, infatti, i sei mesi in questione hanno storicamente prodotto una performance media del -2.9%». Continua...
Il mercato continua ad essere simili a sé stesso: movimenti in un senso, poi nell'altro, che non conducono ad alcuna direzionalità. Al momento la chiusura dello S&P del 2017 agisce apparentemente da resistenza, perlomeno in termini di chiusura settimanale. Quantomeno le reazioni al rilascio degli utili stanno fornendo agli investitori l'opportunità di prendere profitto, grazie alle reazioni... Continua...
Che sta succedendo? Da due mesi le borse europee nel complesso fanno meglio dei gloriosi e celebrati listini nordamericani. Dopo tanti anni, gli investitori si erano persuasi ad una sottoperformance strutturale, motivata dalla diversa composizione settoriale – tanto tecnologia negli USA, pochissima in Europa; ove abbondano industrie decotte come quella bancaria – e conseguentemente... Continua...
La stagione trimestrale degli utili è entrata la settimana scorsa nel vivo, con rilasci di rendiconti in alcuni casi spettacolari e superiori alle aspettative degli analisti. Ma il mercato è rimasto finora perlopiù impassibile, con reazioni che di solito si esauriscono nel giro della stessa seduta. Festeggiano i venditori di opzioni, che intascano i premi grazie al persistente declino della volatilità. Continua...
Nelle ultime tre settimane, il settore di Wall Street di gran lunga più brillante è risultato l'Energy, con una performance prossima al 10%: il doppio rispetto al secondo settore migliore; anch'esso un difensivo (Health Care). Merito in parte del buon andamento del petrolio, che non accenna ad allontanarsi dalla soglia dei 70 dollari; ma qui c'é un fenomeno di lunga data: il ritardo accumulato... Continua...
Esattamente tre mesi fa, il 26 gennaio, Wall Street ha raggiunto un nuovo massimo storico. Da allora il ripiegamento si è spinto lievemente oltre il 10%, prima di rimbalzare in una terra di nessuno fra il massimo storico e i recenti minimi. L'uptrend negli ultimi anni è stato talmente fermo, che è facile immaginare che questo sia l'arco di tempo più prolungato senza un nuovo massimo. Continua...
Gli investitori continuano a digerire una raffica di bilanci trimestrali delle principali società quotate. Ma l'attenzione è ormai rivolta verso il FOMC del prossimo 2 maggio, non tanto per una eventuale decisione sui tassi, che non è attesa; quanto per l'orientamento che sarà fornito dai banchieri centrali. Va notato come il mercato tenda a far bene, all'indomani di una riunione... Continua...