Nelle ultime settimane si è acceso il dibattito circa la tenuta dei supporti sulla borsa americana. L'indice S&P 500 ha prima penetrato la media mobile semplice a 200 giorni, poi quella esponenziale; ma, a ben vedere, le rotture si sono rivelate sempre marginali, e prontamente riassorbite. E questa è una fortuna, perché perdere quei livelli rafforzerebbe un parallelo storico... Continua...
«Il rapporto fra gli indici degli Stati Uniti ed Europa riflette il confronto fra le rispettive congiunture economiche; il che francamente mi pare anche giusto, e persino confortante. In valuta locale, l’Eurostoxx ha sottoperformato lo S&P500 da maggio scorso in avanti, riflettendo bene il deterioramento del nostro ciclo economico rispetto a quello americano». Continua...
Il mercato è chiaramente condizionato dalle notizie, specialmente dalla disputa commerciale fra Stati Uniti e Cina: che genera notevoli movimenti intraday in un senso e nell'altro. Poiché alle parole non sono ancora seguiti i fatti, la volatilità non è seguita da direzionalità. Nel frattempo Trump ha sparato un siluro nei confronti di Amazon, propagando onde d'urto a tutto... Continua...
Ho fatto un'interessante scoperta. Ho notato che le performance settimanali dello S&P500 si spingono verso l'alto o verso il basso in misura significativa. Inoltre, ho notato che la media a 10 rilevazioni della performance settimanale assoluta, si è spinta sopra il 3%, per la prima volta dal 2011. Questo vuol forse dire che sta tornando la volatilità? Continua...
Obiettivamente negli ultimi due mesi le cattive notizie non sono mancate. Trump promette il disimpegno dalle politiche del liberoscambismo, i dati sulla crescita economica globale non sono così brillanti come fino ad un paio di mesi fa, i tassi di interesse non accennano a rientrare, mentre le banche centrali continuano a restringere. Molti mercati denunciano una... Continua...
Nelle ultime settimane le borse europee hanno ostentato complessivamente una maggiore stabilità, rispetto ai listini d'Oltreoceano. Merito della diversa composizione settoriale, per una volta non penalizzante. Sull'indice DAX, le quotazioni di ieri erano le medesime registrate lo scorso 9 febbraio. Ciò che più colpisce, è la diradata partecipazione al ribasso: 8 società su 30 del paniere... Continua...
Il settore tecnologico rimane sotto i riflettori negli Stati Uniti, a causa di una serie di colpi che hanno raggiunto prima Facebook, investita dalla gestione allegra della privacy dei suoi utenti; poi Tesla, e il rischio di incidenti che hanno indotto Moody's a downgradarne il debito; ed infine Amazon, bersagliata da un tweet del presidente Trump, critico nei confronti del basso carico... Continua...
Ci si divide fra chi si aspetta ancora "soltanto" due aumenti dei tassi ufficiali fino alla fine dell'anno, e chi aggressivamente propende invece per tre incrementi del Fed funds rate. Trascurando che, sebbene in termini assoluti il corrente target rate 1.50-1.75% si attesi su infimi livelli; in termini storici invece siamo in presenza di un eccesso. Che ci potrebbe costare caro. Continua...
A febbraio il mercato azionario è stato sapientemente puntellato dall'operato delle stesse società quotate. Le quali, forti del mandato ricevuto, hanno qualche settimana fa intensificato gli acquisti di azioni. D'altro canto, non è un mistero per nessuno che negli ultimi nove anni le grandi aziende sono state fra le principali compratrici in borsa, forti di un paio di trilioni di liquidità... Continua...
All'inizio della scorsa settimana, due giorni prima della riunione del Federal Open Market Committee (FOMC), che ha visto la Fed aumentare i tassi di interesse di 25 punti base; lo S&P si attestava immediatamente sopra il supporto a 2740-2750 punti. La volatilità è cresciuta man mano che ci si è avvicinati alla riunione del braccio operativo della Fed, e anche la seduta successiva. Continua...