Autorevoli esponenti della Federal Reserve danno per certo un aumento dei tassi di interesse a dicembre; in Giappone, Kuroda lancia la "politica del tasso zero", che sembra più un supporto, che una resistenza; e in Europa si incomincia a parlare di tapering del programma di acquisti di titoli da parte della BCE. Tutto questo sta innervosendo gli investitori... Continua...
Continua la correlazione inversa fra le dimenzioni del bilancio della Banca Centrale Europea e le quotazioni dell'indice Eurostoxx50. Malgrado gli sforzi di Draghi, insomma, le borse continentali non sembrano apprezzare; tutto il contrario: scendono pressappoco da quando è iniziato il Quantitative Easing in Europa. Nulla di nuovo... Continua...
Prima in Germania, poi in Giappone; e, chissà, magari domani anche in Svizzera: prosegue la risalita globale e la neutralizzazione dei rendimenti obbligazionari negativi. Stamattina la BoJ ha annunciato nuove misure il cui intento è quello di irripidire la curva dei rendimenti nipponica. Questa tendenza, pressoché generalizzata, e che... Continua...
Senza dubbio le performance deludenti delle borse europee cesseranno soltanto quando il settore bancario avrà superato i gravi problemi che da troppi anni lo affliggono: sofferenze montanti, patrominalizzazione insufficiente a favorire una nuova espansione del credito, redditività in caduta libera. Il problema è avvertito in quei listini... Continua...
La Brexit apre uno scenario di incertezze destinato a durare potenzialmente per non meno di due anni. Rischi, ma anche opportunità per gli investitori. La svalutazione della sterlina, probabile nel momento in cui il consistente deficit di bilancia corrente andrà finanziato senza poter disporre degli altrettanti ingenti flussi di investimento diretti... Continua...
La borsa di Francoforte è, assieme al Footsie inglese, la meno penalizzata da un primo semestre che certo non sarà ricordato con nostalgia dagli investitori. Eppure l'indice DAX si è già reso protagonista all'inizio dell'anno di una spiacevole violazione: quella della trendline che supportava tutto il rialzo in essere dal 2009. Poco male, non è questo il pattern... Continua...
Che è successo ai banchieri centrali? balbettano, tentennano, nicchiano. Promettono quattro aumenti dei tassi ufficiali in un anno, poi due, poi almeno uno, poi si fanno condizionare dall’ultimo dato macro pervenuto come il più pollo dei trader, rimandando tutto al 2017 (e poi si vedrà). Giurano che mai, la nostra banca centrale non taglierà mai i tassi... Continua...
Ne è passato da tempo da quando, all'inizio dell'anno, il PIIGS Index - che raggruppa in maniera equiponderata gli indici delle borse di Italia, Spagna, Portogallo, Grecia ed Irlanda - abbatté la trendline di sostegno che congiungeva tutti i minimi crescenti fatti registrare dalla fine del 2012 in avanti. Questo, dopo aver disegnato un potenziale doppio massimo... Continua...
Uno dei motivi per cui un anno fa consigliammo di uscire dalle borse europee, preferendo loro il listino newyorkese, si basava sui fondamentali: il rapporto fra il Price/Earning del MSCI Euro e il P/E della borsa americana si era impennato a livelli ingiustificabili; e si attestava a ben più di una deviazione standard rispetto alla media degli ultimi quindici anni. Continua...
Da quando la Fed ha iniziato a ventilare la possibilità di aumentare i tassi di interesse, la maggior parte delle borse mondiali ha svoltato verso il basso; o, quantomeno, ha smesso di crescere. Questo vale non soltanto per Wall Street, che pur ha visto passare un anno dal suo massimo storico; ma anche, se non soprattutto, per le borse internazionali, che... Continua...